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Il Liceo agli Angeli di Verona torna e raddoppia

Da Verona, anche loro approderanno ad Agrigento, dal 16 al 18 maggio, per una tre giorni che si prospetta densa di incontri, emozioni, in cui l’arte, la letteratura e il teatro, saranno assoluti protagonisti.

Così, attraverso i quasi 500 studenti che invaderanno la città, si darà nuova vita allo spirito del premio Nobel Pirandello, e un’ulteriore prova – semmai ce ne fosse bisogno – dell’infinita potenza didattica, esperienziale, dell’arte della creatività. Perché il teatro si fa, si pratica, e non smette mai di insegnare.

Il gruppo degli studenti del Liceo agli Angeli di Verona
Il gruppo degli studenti del Liceo agli Angeli

In quest’ottica abbiamo incontrato per il nostro dietro le quinte del concorso, la scuola che si è aggiudicata un altro secondo premio sez. SSG, ex aequo per la drammaturgia:  il liceo Agli Angeli, rappresentato dalla referente del progetto, la professoressa Francesca Zambito.  

Come avete deciso di aderire al Concorso Uno, nessuno e centomila?

Avevano partecipato alla prima edizione, i ragazzi sono rimasti entusiasti, sono tornati a Verona arricchiti, dal punto di vista culturale e relazionale, perché hanno conosciuto studenti di altre scuole, è stata proprio un’occasione di respiro internazionale.

Sì perché il liceo raddoppia, visto che già nella passata edizione del Concorso aveva raggiunto un secondo premio per “Di sera un geranio”. Quest’anno come vi siete preparati?

Nonostante i tempi stretti, davanti al bando ci siamo subito messi in moto, fortunatamente abbiamo un gruppo di teatro, costantemente attivo, un laboratorio che chiamiamo l’Accademia (io sono la referente), ho fatto la proposta ai ragazzi, partiamo da una novella pirandelliana? Ed è venuta fuori questa: “Nené e Ninì”.

Ci spiega il perché di questa scelta?

Gli studenti volevano trovare qualcosa che fosse vicino alla loro realtà e lì, in quelle pagine, hanno trovato tutto. A partire dalla tematica matrimoniale, nella storia collegata alla sventura drammatica e grottesca, con vicende sia da piangere che da ridere, ma di un riso amaro. Poi la novella affronta il problema della condizione femminile (ci sono molte ragazze nel gruppo), nella novella c’è una schiacciante inferiorità femminile e anche il tema dello straniamento pirandelliano, il vedovo patrigno, che si ritrova invischiato. Tutti temi in cui i ragazzi si trovano, in una realtà che li imprigiona, anche loro vittime di un pregiudizio sociale (mi viene in mente il fenomeno del bullismo) il lavaggio del cervello che viene fatto ai due protagonisti somiglia al lavaggio del cervello che subiscono i ragazzi adesso col rischio di essere tutti omologati (uguali nei vestiti firmati o con lo stesso smartphone ultimo grido) nella novella si capisce che non c’è spazio per l’amore, se non come bisogno funzionale per arrivare ad altro.

Com’è avvenuta la messinscena, i dettagli del lavoro pratico?

Mettere in scena Nené e Ninì è stato entusiasmante, la gestualità spontanea (pollice giù e pollice su, mutuato dai social), è stata una conseguenza del linguaggio usato da Pirandello. Di certo trasferire la novella nel linguaggio teatrale non è stato semplicissimo, ma loro sono abituati a scrivere per la scena (questo non è il primo spettacolo). Sono lavori creativi, noi spingiamo gli studenti, nell’ambito dei nostri progetti, a smontare i testi e renderli propri.

Dal suo punto di vista, quanto hanno imparato i ragazzi?

Moltissimo. A livello didattico è una rivisitazione del testo in origine arricchito dall’esperienza e del vissuto degli studenti. Un pretesto magnifico di lavoro concreto. In questa fase fanno di tutto: diventano scrittori, aiuto regista, costumisti. I laboratori sono aperti anche agli studenti più piccoli e ci tengo a sottolineare che sul lavoro di Nenè e Ninì si sono spesi anche altri ragazzi che hanno lavorato al testo, ad Agrigento ci saranno solo gli studenti che recitano in scena. È stato un lavoro corale.

Per questo vorrei ringraziare Matteo Spiazzi e Giulia Cailotto. I giovani registi. Loro incontrano i ragazzi una volta a settimana, una lezione extracurriculare continua. Senza questi due esperti il mio entusiasmo non sarebbe bastato. La mia è solo pura passione per il teatro e per Pirandello, pensi che io non insegno Italiano, ma inglese. Va detto anche che il nostro lavoro trova l’entusiasmo e la piena approvazione della Dirigente Rosa Anna Tirante, connubio perfetto per favorire creatività e formazione.

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