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“Un motivo per rimanere” la scrittura appassionata e struggente di Gaia Farraguto

“Un motivo per rimanere” è quel che cercano tutti i ragazzi del sud costretti spesso a trovare altrove il proprio futuro. Ma è anche il titolo del testo drammaturgico proposto da Gaia Farraguto della III A dell’IIS Giovan Battista Odierna di Palma di Montechiaro. In questo lavoro pregevole per diversi aspetti, la studentessa è stata supportata dalla referente del progetto professoressa Loredana Di Blasi e dalla dirigente scolastica dottoressa Annalia Todaro. Il corto teatrale proposto è tratto da “L’altro figlio” e ripropone, seppure in chiave diversa, il dramma della protagonista della novella pirandelliana.

Gaia Farraguto con la prof. Di Blasi e la dirigente Todaro

La novella è riscritta in modo appassionato e struggente. Una storia del tutto nuova riaffiora con i suoi tormenti, le sue passioni. Molti gli spunti: dalla condizione femminile, alla violenza sulle donne, all’emigrazione, alla criminalità, a una cultura oppressiva e mafiosa. Il testo presenta un narratore oggettivo che interconnette le sequenze dei vari personaggi offrendo una buona tenuta drammatica con linguaggio appropriato e una significativa profondità emotiva.


Gaia Farraguto con i suoi compagni, la prof. Loredana Di Blasi e la dirigente Annalia Todaro

– Dottoressa Todaro, il contesto scelto da Gaia è quello ben noto ad una qualsiasi cittadina del sud, ma lo è di più a Palma di Montechiaro, che da sempre detiene il primato per tasso di emigrazione. Una media di 500 giovani ogni anno scelgono di andare a cercare lavoro nel nord Italia o all’estero, per lo più in Germania. Come vivono i suoi studenti questa situazione e che cosa pensano che possa cambiare nel loro futuro?

Palma di Montechiaro, così come moltissimi altri comuni dell’agrigentino, è terra di emigrazione. Dall’analisi dei flussi migratori degli ultimi anni emerge che  i palmesi hanno preferito trasferirsi più all’estero che non in Italia, soprattutto in Germania  e in misura minore anche in  Francia, Svizzera e  Regno Unito. La situazione socio-economica, infatti, a quasi 60 anni dall’analisi che emerge dagli atti del convegno Una Sicilia “senza”, tenutosi a Palma di Montechiaro il 27-29 aprile 1960 sulle condizioni di vita e di salute in zone arretrate della Sicilia occidentale a cura di Danilo Dolci, risulta ancora caratterizzata da molti “senza”. I nostri alunni conoscono da vicino il problema dell’emigrazione perché in ogni famiglia qualcuno “e’ partito”. Molti dei nostri giovani dimostrano un grande senso di responsabilità nei confronti delle famiglie, che sostengono economicamente con ogni sorta di lavori pomeridiani e serali. Dalla lettura del testo di Gaia si comprende come i nostri alunni siano alla ricerca di “Un motivo per rimanere”. Gaia si fa portavoce di una richiesta di aiuto al mondo degli adulti, colpevole di non aver saputo costruire per i più giovani un futuro nella terra di origine. La scuola ha una grande responsabilità nella costruzione del futuro del Paese, nella valorizzazione delle eccellenze e nella promozione di attività che possano orientare gli alunni e renderli consapevoli della possibilità di poter incidere sulle prospettive di sviluppo locale.

Tra i temi trattati, c’è anche quello della condizione femminile e dell’emarginazione sociale di chi non accetta le convenzioni. Eppure dalla protagonista viene manifestato un bisogno incontenibile di veder cambiare le cose e infine si accende la luce della speranza. Per i suoi studenti è una condizione indispensabile non perdere la fiducia in un futuro migliore?

Il momento storico in cui viviamo impone una profonda riflessione sulle pratiche educative e pedagogiche necessarie per sostenere le nuove generazioni ad affrontare con determinatezza il proprio futuro per sentirsi realmente cittadini attivi. La scuola deve avere la capacità di sviluppare la resilienza, la speranza, e l’ottimismo per contrastare il senso di insicurezza  e indeterminatezza nei confronti di un  futuro migliore, in cui non sia più necessario parlare di “quota rosa”, in cui non esista una “condizione femminile” di emarginazione sociale.

– Gaia ha di fatto riscritto una novella, grazie all’espediente della voce narrante. Ha già scritto altri racconti? Vuole continuare a scrivere e come intende proseguire gli studi?

Gaia ha già scritto altri racconti, ma non li ha mai resi pubblici. Ha sicuramente la voglia di continuare a scrivere per se stessa e chissà, un domani, anche di pubblicare qualcosa. Sul percorso universitario è ancora indecisa tra la facoltà di lettere e quella di medicina.

– Quanto tempo dedicate al Teatro?

Nella nostra scuola è attivo un laboratorio di teatro, a cui partecipano alunni dei diversi indirizzo di studio e delle diverse classi. Le attività si realizzano in orario pomeridiano in  tre giorni settimanali.

– Qual è secondo lei la funzione del teatro nell’educazione e nella formazione degli individui?

Con la legge 107/2015 per la prima volta nel panorama della legislazione scolastica italiana il legislatore ha introdotto una norma di rango primario afferente le attività didattiche comunque connesse al Teatro. In particolare, il comma 180 della legge ribadisce il ruolo del MIUR nel fornire alle scuole indicazioni per introdurre il Teatro a Scuola. Nelle ” indicazioni strategiche per l’utilizzo didattico delle attività teatrali” si riconosce alla scuola la responsabilità di formare persone responsabili, ricche sul piano culturale e umano, capaci di rinnovare e sviluppare nuove alleanze tra l’uomo e l’ambiente, nella prospettiva di un cambiamento sostenibile. Le arti dello spettacolo, se utilizzate in funzione didattico-educativa, sono tanto più efficaci quanto più le scuole saranno consapevoli delle ragioni di questa scelta rispetto all’evoluzione storica e ai nuovi bisogni educativi. Si tratta di uno spazio educativo che deve essere opportunamente costruito e valorizzato.

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