Il mondo della poesia moderna e il mondo della novellistica pirandelliana trovano la loro simbiosi in una rappresentazione teatrale proiettata verso la contemporaneità e la sperimentazione.
Il titolo è “Buio di Primavera”
Da “La trappola” di Luigi Pirandello, Gaia Magro, studentessa della V A del Liceo scientifico Dante Alighieri di Agrigento, trae tutto ciò che c’è di ignoto all’interno dell’inconscio.

Procede verso la ricerca dell’io tramite la forma e le maschere del quotidiano.
Il protagonista, di cui non verrà mai espresso il nome, frustrato da questi flussi mentali, cerca di affrontarli in preda ad una notte insonne che coinvolge sé stesso e le sue maschere.
Un’avventura onirica dettata da un monologo ricco di pathos quale avrà un termine conflittuale, ma subito preceduto dalla vittoria dell’ego.
-In che modo sono stati coinvolti anche gli altri quattro studenti al lavoro di Gaia?
<<Gli altri studenti – spiega la professoressa, Silvia Riolo, referente del progetto – sono stati coinvolti soprattutto in un secondo momento, dopo l’avvenuta stesura del testo drammaturgico, scritto interamente da Gaia.

Non poche, comunque, le idee e gli spunti pervenuti per il miglioramento finale dell’opera. >>
Hanno collaborato Sara Amella, Fabiana Cacciatore, Francesco Desiderio, Alessandro Lombardo, Federico Pio De Luca.
-Perché la scelta è caduta su questa novella?
<<La scelta è stata ardua. Insieme a Gaia ed ai ragazzi abbiamo a lungo discusso su quale poteva essere la scelta migliore.
Come docente ho guidato i ragazzi nella lettura delle novelle ma ho voluto però che fosse Gaia, autrice dell’elaborato a decidere in modo autonomo ed in base al suo sentire, la novella “giusta” per l’elaborazione della sua opera.>>
La scelta non è stata sicuramente facile per la studentessa.

‹‹Quando balzavo tra una novella e l’altra racconta la stessa autrice, Gaia Magro – , me ne innamoravo di ognuna e credevo fosse impossibile sceglierne una tra le cento di una raccolta di così grande spessore culturale.
Ma poi una volta imbattutami in “La trappola”, ne sono rimasta colpita sin dalle prime battute. Ogni parola ha suscitato in me una tale ispirazione per la creazione della rappresentazione, a tal punto da contrassegnare la mia scelta finale. Inoltre, mi ha colpito il valore introspettivo che
mi ha catapultato dalle parole di Pirandello a me stessa e in seguito alla società di oggi.››
–Professoressa, quali aspetti hanno colpito di più i ragazzi?
<<L’aspetto che sicuramente ha colpito di più i ragazzi è stata la possibilità, grazie alla bravura e alla capacità di Gaia, di potere veder nascere passo dopo passo la rielaborazione teatrale in chiave contemporanea delle pagine pirandelliane.

Il lavoro ha permesso tra l’altro di portare alla luce qualità che ognuno di loro credeva non possedere e che non erano mai emerse prima.>>
–Perché il riferimento al sangue, a un incidente?
<<Premetto che questa novella mi ha fatto riecheggiare mille situazioni personali – risponde Gaia – e dato che si parla di un viaggio onirico tra le forme e le maschere, ho pensato che ricondurlo ai miei stessi incubi non sarebbe stato affatto male come idea.
Io ho sempre scritto tra i miei appunti i miei incubi e in un particolare periodo il tema principale di essi erano sangue ed incidenti collegati a donne della nostra società.
Il mio obiettivo sin dal principio era proiettare questa rappresentazione teatrale verso la contemporaneità e la sperimentazione tramite me stessa e i miei collaboratori.

E dunque, ho voluto che il messaggio di Pirandello si estendesse e trasmettesse i problemi attuali che ci riguardano e ci tormentano ogni giorno.
Purtroppo raramente tali temi vengono portati su un palcoscenico, per via di altre scelte dettate dal piacere del puro intrattenimento.
Io per l’appunto ho voluto smorzare il mio elaborato e renderlo un po’ più
manifesto con del sarcasmo ma non discostandomi mai totalmente da Pirandello.>>
–I ragazzi avevano già fatto un’esperienza di scrittura o di rappresentazione?
<<Nessuno dei ragazzi, compresa l’autrice aveva già fatto esperienza di
scrittura o di rappresentazione – afferma la professoressa Riolo – , a parte l’attore protagonista scelto da Gaia.
Come docente però ho capito sin da subito la propensione artistica di Gaia e le ho proposto quasi per gioco, di partecipare al Concorso Uno, nessuno e centomila.

Inizialmente non nascondo,che tra i ragazzi si è manifestato un certo timore.
Soprattutto Gaia era molto preoccupata di non riuscire ad occupare un ruolo così importante come regista e sceneggiatrice di tutta l’opera.
Ma allo stesso tempo era entusiasta ed eccitata nell’intraprendere una strada che aveva sempre sentito sua e che in qualche modo non aveva mai percorso realmente>> conclude la professoressa.
<<Per me è stato un sogno che si è realizzato – dice Gaia – . Non vedo l’ora di studiare quest’arte seriamente e immergermi nella drammaturgia e nella cinematografia in un’accademia.››

–Com’è avvenuta la selezione dei brani musicali?
‹‹È stata la scia di sensazioni che mi ha suscitato il testo e la mia fortunata curiosità nel ricercare sempre generi musicali diversi a ritrovarmi nella scelta di tali brani.
E’ stato tutto molto spontaneo.
Non ho voluto fare nulla di schematizzato o programmato – prosegue Gaia – proprio perché ritengo che il teatro sia tutt’altra cosa.››

–Professoressa mi conferma la passione di Gaia per la poesia contemporanea o suoni e parole sono soltanto una coincidenza?
<<Gaia è una ragazza molto timida, sensibile e dotata di una intelligenza perspicace che la spinge al di là delle pareti scolastiche, oltre i testi analizzati e studiati in classe.
La sua passione per la poesia, per il teatro e l’arte in genere non sono sentimenti effimeri.
I suoi occhi brillano e fanno emergere tutta la sua passione sulla pagina scritta.
Sono sicura che andrà avanti in questo senso perché è quello che più la fa sentire viva, come il vento, il mare ed il fuoco>>.
