Una novella delle più note di Luigi Pirandello.
Un ambiente sospeso nel tempo.
Un effetto straniamento.
Il disagio di un destino che si ripete invariato nella storia di tutti i tempi.

Alberto Torrisi, Alessandro Buscieti, Ruben Pocobello, Filippo Natale, Simone Fodde, Fabio Rovelli della II F del Liceo scientifico Blaise Pascal di Giaveno, Torino, con l’appoggio e il sostegno della dirigente scolastica, la dottoressa Enrica Bosio, presentano in concorso “La giara”.
Il testo è ridotto e riadattato all’ambiente dell’aula con arredi e oggetti volutamente astratti, perfino surreali, come alternativa all’ambito agreste della novella.

Referente del progetto è la professoressa Francesca Gnan, che aveva incoraggiato anche la partecipazione di altri suoi alunni in passato, i quali furono vincitori del Premio speciale “Strada degli scrittori.
Professoressa, com’è stata avviata la selezione delle novelle?
<<In classe abbiamo seguito un percorso legato al teatro, che ha avuto proprio come culmine il teatro pirandelliano.
Quindi ho organizzato un lavoro di gruppo per lasciare ai ragazzi la possibilità di scegliere fra riscrittura, drammatizzazione oppure entrambe, cioè una riscrittura con possibilità di drammatizzazione futura.
I gruppi si sono divisi e a ciascuno ho dato libertà di scelta.
Hanno utilizzato i loro strumenti per spulciare un po’ fra le novelle scritte da Pirandello, scartando quelle che non era possibile drammatizzare perché troppo lunghe o non rappresentabili.

presso la Reggia di Venaria
Ad esempio, perché trattavano un arco di tempo troppo lungo o erano ambientate in luoghi troppo diversi tra loro o in luoghi aperti.
Quindi, alla fine, i ragazzi stessi hanno ridotto le scelte a quelle novelle che sembravano più semplici da rappresentare in teatro.>>
Quali difficoltà hanno incontrato i ragazzi?
<<Sono state diverse le difficoltà da superare.
Come nel caso della novella “Di sera, un geranio”, in cui c’era tutta una parte introspettiva e riflessiva.
È nata l’esigenza di creare una figura, non prevista dall’Autore, per far sì che tutte quelle riflessioni, quelle descrizioni venissero proiettate al di fuori del personaggio.

Così è venuta fuori quest’idea dell’intervista al defunto che è stata molto originale e so che avete apprezzato.>>
In due casi un ruolo utile e funzionale alla drammatizzazione è stata l’intervista
Il Liceo scientifico “Pascal” ha partecipato, infatti, con ben quattro lavori, due già citati.
Gli altri due sono “Amicissimi” e “C’è qualcuno che ride”.
Qual è il rapporto dei suoi ragazzi col mondo del giornalismo, in particolare in questo periodo storico in cui informarsi correttamente è importante?

<<I ragazzi si stanno affacciando proprio in questi anni al mondo dell’informazione.
Stanno cominciando a sviluppare uno spirito critico.
Cercano di discernere tra le varie fonti.

In particolare quest’anno, in occasione di un incontro organizzato da Amnesty International, in cui hanno seguito una video-intervista a Gino Strada.
L’intervento riguardava proprio il mondo delle fake news, di cui i ragazzi sono consapevoli.
Ho voluto approfondire con loro l’argomento.
Hanno riflettuto soprattutto su come distinguere una notizia vera da una falsa, come evitare le manipolazioni della realtà. Come difendersi dalle trappole della rete.
Hanno compreso che bisogna sapere come muoversi fra quelle che sono le loro fonti di informazioni privilegiate.
Necessitano comunque di una guida, di un’indicazione.
Però mi sono sembrati abbastanza consapevoli del problema.
Com’è stato realizzato il video?
Abbiamo utilizzato dei mezzi estremamente di fortuna.
La Giara in realtà era un’enorme scatola di cartone per la rappresentazione. Abbiamo deciso di girare il video con un cellulare.
Era uno dei compagni a registrare.
Tutti insieme hanno collaborato al montaggio, con tanto di introduzione e presentazione.
Nonostante i mezzi di fortuna sono stati abili anche nel procurare costumi che fossero più possibile vicini all’epoca e all’ambientazione>>
Qual è l’interesse dei ragazzi per la lettura?
<<Ci sono alcuni lettori appassionati che leggono fin dall’infanzia e che continuano a leggere, non solo quello che viene assegnato in classe, ma anche ciò che scelgono per proprio conto, per il piacere personale di leggere.
Tanti di loro vivono la lettura, purtroppo, come un obbligo e quindi lo fanno, ma per dovere, se e quando viene loro richiesto.
Oppure cercando perfino escamotage scaricando il riassunto di un romanzo da internet.
Per fortuna non sono tantissimi coloro che ricorrono a questi espedienti.
C’è un più nutrito gruppo di persone che non ama leggere, probabilmente anche perché frequentano l’indirizzo Scientifico – Scienze Applicate, un genere di studi che li porta a sviluppare maggior interesse sul versante scientifico che non su quello letterario.
Io credo che la lettura sia trasversale.
Però evidentemente è proprio una forma mentis diversa.
Sono sempre più attratti da ciò che è veloce, che coinvolge a un ritmo sostenuto.
Sopportano sempre meno i grandi classici, che per me sono meravigliosi.
Forse per loro sono troppo ricchi di descrizioni, di riflessioni.>>
Come avete vissuto il periodo del lockdown?
<<Dopo un periodo di smarrimento iniziale, durato però pochissimo, abbiamo preso in mano la situazione.
Ci siamo tirati su le maniche e siamo andati avanti con le nostre lezioni con svariati mezzi.
La difficoltà maggiore è stata per noi insegnanti.
Abbiamo dovuto imparare a utilizzare certi strumenti e pian piano a metterli in pratica.
In poco tempo siamo riusciti quasi a riprodurre il nostro orario scolastico normale e anche a svolgere delle attività molto particolari.
Ho perfino organizzato un incontro con un autrice in videoconferenza.ù
Per cui siamo riusciti a fare anche delle attività fuori dall’ordinario.
Però è stata dura.
I ragazzi sono stati molto, molto bravi, hanno rispettato le regole e hanno tenuto duro per quanto possibile.>>
La cerimonia di premiazione sarà rinviata al 2021. Vi aspettiamo ad Agrigento…
<<Oggi ho avuto una prima conferma, non so ancora gli altri, ma non ci dovrebbero essere problemi. Sono fiduciosa.>>