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La Verità non veste mai di rosa

Presenza inquietante, vestita a lutto, col volto velato impenetrabile, la Verità incombe sulla scena, come una calamità.

Come lei ciascun personaggio tiene in mano una lanterna per illuminare con luce fioca una visione soggettiva della realtà.

“La verità” dei 15 ragazzi della 5° AA del Liceo Artistico Bonaventura Secusio di Caltagirone è un doppio lavoro di ricerca.

Il personaggio di Chiarchiaro

Nel primo c’è la trasformazione originale del testo teatrale, tratto dalla novella.

Nel secondo, l’immersione nei personaggi è totale. Diventano autentici con i distinti punti di vista, sempre più distanti e inconciliabili.

La professoressa Maria Ausilia Castagna è la referente del progetto. Ogni anno, dalla prima edizione del Concorso, ha catturato l’attenzione della Commissione per i lavori portati in scena dai suoi ragazzi.

Al progetto hanno collaborato la professoressa Terry Agrì per la drammaturgia e il professor Francesco Malizia per la realizzazione del video.

I ragazzi di Caltagirone narrano della vicenda di Saru Argentu, detto Tararà, accusato di aver ucciso sua moglie per adulterio e a causa di ciò sottoposto a giudizio.

Tararà, un mezzadro analfabeta, più volte, durante il processo, per la sua ignoranza e la sua semplicità, suscita l’ironia della corte (di cui è presidente il celebre giudice D’Andrea de “La Patente”).

L’uomo, mandando in aria la strategia difensiva – la verità – del suo avvocato, cioè quella del delitto d’onore e senza premeditazione alcuna, alla fine confessa la sua verità.

Egli ha ucciso perché era venuto a sapere che andava a letto con il cavalier Fiorìca.

Nella sua ingenuità di uomo semplice, Tararà spiega, infatti, che non ha compiuto il delitto per il tradimento in sé, che addirittura giustifica, bensì a causa dello scandalo voluto dalla moglie del cavaliere che ha reso pubblico ciò che sarebbe dovuto rimanere confinato nelle mura domestiche.

Per questo motivo è stato costretto ad assassinare sua moglie con un’ accetta .

Così, dopo la sua bizzarra e sincera confessione in aula, il giudice condanna Tararà a ben tredici anni di reclusione.

– Professoressa Castagna, un lavoro quest’anno tutto incentrato sulla Verità. Perché questa scelta?

<<Quest’anno, abbiamo scelto “La Verità”, pubblicata nel 1912 sul “Corriere della sera” e compresa nella raccolta “L’uomo solo” del 1922.

Nella novella – afferma la professoressa Castagna – per Pirandello la Verità non esiste.

Lo scrittore avanza il dubbio squisitamente decadente sulla consistenza oggettiva del reale.

Di qui il contrasto tra ciò che appare e che convenzionalmente siamo abituati a vedere, la forma, e ciò che è, la vita.

Il reale è inattingibile, in quanto la vita stessa è mutevole, in fieri, un flusso
dominato dal Caos.

La verità sta nell’illusione di ciascuno di noi e nell’omonima novella viene rappresentata dalle differenti visioni o verità che i protagonisti posseggono dello stesso fatto , l’omicidio della moglie di Tararà.>>

–Il video completa il lavoro svolto dai ragazzi sul testo drammaturgico. Come siete giunti a questa scelta?

<<Sì, si è partiti dal testo teatrale per la realizzazione di un cortometraggio, ambientato presso il Carcere Borbonico di Caltagirone.

Il video prodotto ha integrato ed arricchito il testo teatrale di alcune figure e riferimenti contenutistici presenti nell’opera pirandelliana, quali Cosi è se vi pare, La Patente ed il Berretto a sonagli. Quest’ultimo suggerito dal berretto che Tarara tiene tra le mani durante il processo e che indosserà solo dopo la sua condanna.

Nei titoli di testa infatti ritroviamo la Verità, donna velata di nero con in mano una lanterna, che simboleggia la ricerca di una verità luttuosa e drammatica, e Chiarchiaro, anche lui personaggio pirandelliano portatore di una sua verità.

I due personaggi più volte appariranno durante il processo, come a voler ricordare allo spettatore che la ricerca della verità va oltre il fatto narrato; cioè è una condizione dell’esistenza stessa dell’uomo.

La scena iniziale è stata modificata attraverso l’introduzione delle voci fuori campodei due compari che intr oducono lo spettatore nel vivo della vicenda narrata.

Inoltre il processo, all’interno di una cornice spazio-temporale, si arricchisce della presenza della moglie morta, Rosaria Femminella, e della moglie del Cavaliere Fiorica, che rende noto il momento in cui quest’ultima, comunica al protagonista il tradimento.

Il cortometraggio si conclude con l’uscita dall’aula del tribunale di sei personaggi in cerca di autore: il Giudice D’Andrea, il Cancelliere, l’Avvocato Laudisi, Saru Argentu,Chi archiaro ed infine la Verità.

Tutti i personaggi tengono tra le mani una lanterna in quanto ognuno di loro ha la propria visione delle cose e di conseguenza , uscendo dal luogo dove si è svolto il processo, vanno per il mondo sostenendo la loro
verità.

Il finale rimane aperto, sarà lo spettatore a scegliere la sua verità.>>

Questo è il messaggio che Pirandello ha lasciato in eredità; messaggio

quantomai veritiero ed attuale che plasma la società odierna basata

sull’apparenza più che sul valore dell’essere

–Un ritorno per il Liceo Secusio al tema delle maschere, che è poi uno dei temi centrali dell’Opera pirandelliana…

<<Sì ancora una volta abbiamo portato in scena il tema della maschera
collegandolo ad un altro aspetto della poetica pirandelliana: la dissoluzione
dell’io.

Chi siamo agli occhi degli altri ? Quale immagine abbiamo di noi stessi ? Cosa c’è di reale in ciò che ci circonda ?

Non esiste una risposta che spieghi la condizione esistenziale di ogni singolo essere umano; la nostra personalità non è univoca, non consiste, non ha una realtà oggettiva; al di sotto della maschera in cui ci si cristallizza, esiste l’anima “che si fonde e si muove” in perenni mutazioni.

Da qui nasce la critica a tutte quelle convenzioni sociali che imprigionano l’uomo contemporaneo, riducendolo alla condizione di “pupo”; il risultato è la solitudine, l’incomunicabilità totale.

Questo è il messaggio che Pirandello ha lasciato in eredità; messaggio quantomai veritiero ed attuale che plasma la società odierna basata sull’apparenza più che sul valore dell’essere e dove la percezione della verità delle cose è veicolata da una moltitudine di canali d’informazione.>>

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Rosi

    Giugno 20, 2020 alle 4:26 pm

    Complimenti avete realizzato un testo teatrale altamente formativo un lavoro di eccellenza che fa riflettere sulle tante verità, auguri siete una squadra eccezionale

    Rispondi
    • annamariascicolone

      Giugno 20, 2020 alle 5:18 pm

      Hai ragione, Rosi. Sono una squadra eccezionale con guide eccezionali. E continua a seguirci perché a breve leggerai qualcosa che ti farà piacere e che conferma il tuo pensiero

      Rispondi
      • Rosi

        Giugno 22, 2020 alle 12:26 pm

        Vi seguo sempre perché con questa iniziativa mettete semi indelebili e voglia di amare il teatro e la poetica pirandelliana nei giovani , i quali si rendono conto di quanto Pirandello sia attuale

        Rispondi
        • annamariascicolone

          Giugno 22, 2020 alle 2:58 pm

          Grazie!

          Rispondi

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