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L’Eresia Catara del Liceo Einstein di Torino

Un uomo chiuso nella propria solitudine amara ed alienata.

Una vicenda grottesca, paradossale, che rivive in tutta la sua drammaticità in un periodo storico in cui una sorta di egualitarismo narcisistico e disinformato, per effetto del semplicismo favorito dall’accesso al web, sembra avere la meglio sulle tradizionali competenze.

La classe è la III B del Liceo scientifico Einstein, una scuola torinese che ha aderito al nostro concorso. I ragazzi coinvolti sono quattro: Daniela Lilliu, Giulia Melacarne, Filippo Cavallera e Nicolò Genco.

Sono loro che, coordinati dal professore Luca Ballerini, hanno dato vita al teatro attarverso una novella meno nota, L’ Eresia Catara.

Ci è piaciuta l’idea di incontrare e chiacchierare, attraverso i meandri dei collegamenti internet, con la professoressa Eliana Melluso, napoletana che abita da 10 anni al “Nord”, perché l’abbiamo conosciuta due anni fa, ed è lei il trait d’union.

Adesso insegna in questo liceo torinese. Ha vissuto con noi i giorni frenetici e luminosi dell’edizione 2017, la prima, del Concorso. Eccola, felice di ricordarli, intanto che abbiamo intessuto questa nuova collaborazione.

“Ho cambiato scuola, ma ho proposto al collega di lavorare su questa edizione.

La scuola Einstein è un liceo scientifico. La novella, L’Eresia Catara, è stata scovata da Luca Ballerini. È il docente di riferimento. In realtà i ragazzi sono stati monitorati ma hanno fatto davvero tutto loro”.

Un momento della premiazione dell’edizione 2017

Cosa è rimasto della scorsa esperienza?

“Tante emozioni e scoperte. I miei ragazzi sono ormai adulti. Uno di loro dopo l’esperienza ha deciso di fare l’attore, si tratta di Andrea Laurella, che impersonava proprio Pirandello.

Attualmente è l’esperienza più bella che abbia mai fatto in ambito scolastico. Allora insegnavo all’istituto tecnico, ho pensato che potesse essere utile e bello. Era un’occasione per fare una cosa diversa nell’ambito della letteratura, soprattutto per ragazzi di un istituto di questo tipo, più meccanico, dove si tende a credere che incontrare la poetica pirandelliana abbia meno importanza. Ci siamo ricavati del tempo nostro, abbiamo lavorato a casa. Una volta spedite le cinque  cartelle richieste è stato incredibile ricevere questa chiamata da Agrigento, allora ci comunicarono il premio”.

In un certo senso è stato sorprendente pure per noi, vedere crescere l’entusiasmo nei partecipanti

“Era un divenire. Ho visto i ragazzi lavorare con Marco (Marco Savatteri fondatore della Casa del Musical, n.d.r.), insieme a lui stravolgere la regia, prendere confidenza con il palco, i laboratori erano così vivi e divertenti, in dieci minuti erano come attori. Sono stati giorni incredibili, da un punto di vista didattico vedi posti bellissimi, ti confronti con alunni dell’estero, ho il ricordo vivo di questa lezione di matematica sulla spiaggia. Poi la rappresentazione ci ha reso orgogliose, per l’emozione piangevo”.

Di cosa parla l’Eresia Catara?

“La novella è un po’ triste, racconta la storia di un professore che non vede riconosciuto il suo impegno dalla comunità scientifica. Ha scritto una ricerca, ma gli viene soffiata da uno studioso più importante e lui si arrabbia tantissimo. Tiene all’università un corso seguito da soli due allievi: uno lo ama, l’altro lo prende in giro, perché il professore è un personaggio particolare.

Un giorno prende una decisione e li avverte: esporrà la sua tesi scientifica sull’Eresia Catara. Per prepararsi a dovere il professore resta in piedi tutta la notte, cerca di ridurre il tomo scritto perché duri lo spazio di una lezione. Immaginate la sua sorpresa quando arriva in classe e trova la sua aula piena di persone.

In realtà i suoi due alunni sono in ritardo. Quando arrivano e vanno per entrare in aula si rendono conto che non è piena di spettatori ma occupata da cappotti appesi, perché piove e altri studenti li hanno lasciati lì ad asciugare. L’alunno che lo stima, prega di lasciargli finire questa lectio magistralis così appassionata.

È l’esperienza più bella che abbia mai fatto in ambito scolastico…

Pirandello che racconta l’illusione di essere compresi.

Abbiamo incontrato Luca Ballerini, il docente referente del progetto, che si prepara alla partecipazione all’edizione 2020, proprio per approfondire questo tema.

L’Eresia Catara, come mai questa scelta?

“Per due motivi, il primo è perché non è antologizzata ed è poco scolastica, ma non per questo è lontana dalla poetica pirandelliana; è affascinante perché parla di inquietudine, scissione dell’Io ed è bello andare fuori dalle solite scelte delle critiche.

L’eresia catara è affascinante perché parla di inquietudine, scissione dell’Io ed è bello andare fuori dalle solite scelte delle critiche.

All’inizio l’impatto è scioccante, loro sono ragazzi del terzo anno e non hanno affrontato molte questioni legate a Pirandello. Dopo lo sconcerto iniziale però questo autore cattura e, una volta entrati nel testo, sono rimasti affascinati.

Il secondo motivo è perché sono abituati a una narrazione lineare e meno introiettata. Loro arrivano dal biennio, con Manzoni, che ti prende per mano, che ti dice tutto. Pirandello non fa così, ti sbatte davanti alle inquietudini e non te le risolve. In queste qui,  che non sono parte di antologie, non hanno nemmeno un apparato di commento. Come per Il treno ha fischiato, in una novella così, se non si è opportunamente guidati, non è semplice capire i deliri e la solitudine del protagonista.

Cosa si aspettano i ragazzi, da questo viaggio ad Agrigento?

Sono sorpresi di essere stati scelti, sono molto perfettini, ambiziosi, non si erano piaciuti del tutto, sono molti incuriositi dal lavoro, da quello che avviene, anche dietro la rappresentazione scenica. Come sarà in tutte le parti.

Hanno il mito della Sicilia, abbiamo alcuni colleghi siciliani, e quando parlano della loro Isola, puntualmente, si spalanca un mondo di cultura di storia, di gastronomia, di profumi, anche di vita di tutti i giorni.

Una tappa in Sicilia non si può, in un percorso liceale, ma anche di altri ordini, saltare. Poi adesso che coniugheremo questi due aspetti, didattici e anche di conoscenza, turistica e ricreativa .

Sono solo in quattro, ma sarà un modo di aprirsi ad altre realtà, includere e integrarsi: uno degli obiettivi che la scuola deve perseguire”.

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