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Pensare alla legalità per fare legalità

Il liceo statale “G. Tarantino” di Gravina in Puglia partecipa con ben due lavori della V I, indirizzo Linguistico.

Uno, “Scialle nero”, è un appello rivolto alle donne vittime di violenza a non arrendersi; a denunciare, a ribellarsi.

L’altro, “Il fumo”, pone l’attenzione sul rispetto dell’ambiente.

La professoressa Filomena Caso con le sue allieve
La prof. Filomena Caso, in alto a dx, con le sue allieve in video conferenza

I ragazzi, guidati dalla prof. Filomena Caso e incoraggiati dal dirigente scolastico, prof. Berardo Guglielmi, hanno scelto tematiche sociali.

Una scelta libera o determinata da percorsi svolti nel corso dell’anno scolastico?

<<La proposta didattica di partecipazione al concorso “Uno, nessuno e centomila”, accolta con entusiasmo dai ragazzi – risponde la prof. Filomena Caso –. Operativamente si è concretizzata in un preliminare laboratorio di lettura di alcune delle novelle pirandelliane e nella successiva condivisione dei temi nell’ambito della classe.

Tra le novelle analizzate “Scialle nero” e“ Il fumo” hanno suscitato l’interesse spontaneo e immediato dei 19 ragazzi coinvolti nel progetto per la loro attualità.

La seconda fase dei lavori ha portato alla stesura di un copione che mettesse in luce proprio i nessi con le emergenze sociali contemporanee, pur mantenendo alcuni degli elementi tipici della produzione pirandelliana, come la presenza del sostrato mitico e ancestrale della terra siciliana, attraverso il rilievo dato ad immagini archetipiche come
quelle della Terra Madre in “Il fumo” e della luna in “Scialle nero”.

Innegabile tuttavia è l’attenzione che da diversi anni il Liceo Tarantino dedica al tema della Legalità.

Nel presente anno scolastico nell’ambito della programmazione del Dipartimento di Lettere si sono previsti percorsi interdisciplinari su temi quali l’ecologia, la legalità e la ricerca della felicità.

A marzo inoltre, in collaborazione con la cooperativa locale Nuovi Orizzonti, era previsto l’avvio di un progetto di durata triennale “Chanche – Cantieri innovativi di Antimafia Sociale”, sospeso causa Covid 19, teso a stimolare una riflessione e un confronto sulle tematiche della cittadinanza responsabile, dell’educazione alla legalità democratica e della partecipazione attiva, attraverso un percorso incentrato su attività prevalentemente di carattere laboratoriale in ambito artistico, fotografico, teatrale e musicale.

Un modo di “pensare alla legalità per fare legalità”.

“Scialle nero” è un invito rivolto alle donne a reagire, a denunciare le violenze subite e a non mollare mai. >>

“Tutte le donne, dice la Luna, possano essere indipendenti, guerriere e mantenere alta la loro integrità. Sollevati, donna!”

Come nasce questa idea e in che modo le autrici, Giovanna Aquilino e
Marina Sanrocco l’hanno sviluppata? Vi siete ispirate a fatti realmente accaduti?

<<L’idea della Luna come mediatrice del messaggio sociale – spiega Marina Sanrocco – deriva dalla dea Artemide, la quale, secondo la mitologia, per fuggire dal tentativo da parte di Orione di violentarla gli mandò contro uno
scorpione la cui punta gli fu fatale.

Abbiamo affidato il nostro messaggio alla dea che meglio esplica l’idea
di indipendenza e autonomia nelle scelte che riguardano ciascuna donna.>>

<<Ad aver ispirato il nostro sviluppo tematico non è stato un episodio in particolare – afferma Giovanna Aquilino -, quanto piuttosto una serie di eventi di cronaca ai quali assistiamo tutte le volte esterrefatti, incapaci di trovare un senso davanti a così tante e reiterate violenze di genere.

La nostra attenzione nella conclusione del dramma si è spostata sulle tante violenze sommerse, nell’intento di dare voce a tutte quelle donne mute,
vittime di violenza in silenzio, offrendo loro un messaggio di fiducia in se stesse e di speranza affinché possano trovare la forza e il coraggio di denunciare e riprendere in mano la propria vita.

Un atto di giustizia verso se stesse e nei confronti di chi purtroppo non ce l’ha fatta.

Ne “Il fumo” i danni subiti dalla natura dipendono solo da spinte egoistiche o da interessi che producono alla fine conseguenze irrimediabili.

Nel lavoro si fa riferimento anche alle multinazionali estere che poco
hanno a cuore il bene di un territorio. Quanto hanno inciso fatti di cronaca su questa scelta? Un velato o esplicito riferimento ai fatti di Taranto?

<<La decisione di portare sulle scene la novella “Il fumo” – chiarisce Teresa Carducci -è stata dettata dalla modernità rilevata nell’opera di Pirandelllo, la zolfatara che sfrutta il territorio italiano annientando la natura, e di conseguenza l’uomo, trova la sua perfetta eco nella vicenda di Taranto, dove l’ex ILVA continua a distruggere l’ambiente circostante a beneficio della multinazionale estera ArcelorMittal.

Un’economia, che metta in primo piano gli utili e gli interessi privati, dimenticando di salvaguardare l’ambiente e l’uomo che ne è parte
integrante è un’economia dis-umana o meglio anti-umana, che mina non solo l’etica di una responsabilità civile, ma finanche, come i più recenti fatti di cronaca denunciano, la sopravvivenza sicura dell’uomo sulla terra.>>

Quanto il teatro può contribuire a sensibilizzare le coscienze soprattutto dei giovani?

<<In base alla mia esperienza didattica – afferma la prof.ssa Filomena Caso -i laboratori teatrali si rivelano forti agenti di socializzazione, in quanto scoperta di sé e degli altri, guida alla sperimentazione delle potenzialità individuali e sociali, alla fiducia interpersonale e all’incremento delle proprie capacità comunicative.

Ma anche propulsiva spinta alla riflessione profonda e autentica, perché coinvolge integralmente l’essere, su temi che rivelano la complessità del reale.

In questo senso il teatro diviene lente di ingrandimento, un riflettore e un luogo di confronto (Peter Brook).

L’espressione teatrale inoltre per l’intrinseca sua natura traduce in maniera più diretta e immediata la contemporaneità di diverse epoche
storiche, non c’è opera teatrale che non sia attuale, affermando la sua vocazione a classico come di un’opera che “non ha mai finito di dire quello che ha da dire” secondo la nota definizione di Calvino.

L’attualità di un’opera teatrale tuttavia non è sancita solo dalla investigazione di temi consonanti con il presente ma è determinata dalla stessa arte performativa che chiama in causa, al tempo stesso, e il soggetto recitante nell’atto interpretativo, e il pubblico che vive in quel preciso hic et nunc una vicenda che scardina le sue convinzioni e l’intero suo mondo.

Per questo il teatro avrà sempre qualcosa di nuovo da svelare e non cesserà di sensibilizzare le coscienze soprattutto dei giovani che in esso possono trovare, talvolta, una risposta esaustiva alla loro ansia di vita, tali altre volte, anche solo una domanda che risuoni nella interiorità di ciascuno e spinga alla problematizzazione della propria quotidianità.>>

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