Pirandello così non l’avete mai letto, interpretato, studiato.
La rivisitazione è perfino azzardata, paradossale, audace, di una comicità travolgente.
“Gomorra”, i suoi personaggi e i suoi crimini entrano in scena e danno vita a una delle più note novelle del nostro Autore.
Quindici ragazzi delle classi IV e V A, V B dell’Istituto Tecnico Economico Gregorio Ronca di Montoro, sei chilometri da Solofra, in provincia di Avellino, hanno scelto di elaborare la novella “La patente” di Luigi Pirandello in dialetto campano e di ricorrere alla forma oratoria musicale del “rap”.
Non è la prima volta che il loro docente, il professor Vincenzo Guariglia, si cimenta con Pirandello in Rap.
Lo ha fatto nel 2018, alla II edizione del nostro Concorso, quando si è aggiudicato il terzo premio per la drammaturgia con “Il treno ha fischiato”, testo drammaturgico di Gerardina Alberti e rap di Luca Rosa.
“La patente … ai tempi di Gomorra” senza misteri intende stupire il pubblico sia negli accostamenti di questa parodia che con i codici di comunicazione più vicini ai giovani.
Funzionali alla vis comica i riferimenti alla serie televisiva tra le più seguite.

Autrici del testo e interpreti assieme ai compagni sono Lucia Ercolino e Serena Saracino.
–Professore, perché proprio Gomorra associata alla “Patente”di jettatore? Quali analogie?
<<La patente fu interpretata da Antonio De Curtis, più noto al grande pubblico con il nome di Totò – chiarisce il professor Guariglia -. Il linguaggio napoletano di Totò non era quello della Napoli di oggi. Abbiamo voluto raffrontare l’icona della comicità del teatro napoletano degli anni Cinquanta-Sessanta con la Napoli di oggi, rappresentata in un certo qual modo da “Gomorra”. Naturalmente in chiave caricaturale.>>

– Il rap è un linguaggio che piace ai giovani. Pirandello in rap per i ragazzi diventa più comprensibile o questo è soltanto una scelta stilistica per comunicare i contenuti?
<<Lo abbiamo utilizzato al Teatro Pirandello nel 2018 per il personaggio di Belluca de “Il treno ha fischiato” e ha avuto uno straordinario successo tra il giovanissimo pubblico.
Allora abbiamo pensato sempre per arrivare ai giovani di utilizzare ancora una volta il linguaggio rap anche per il personaggio di Chiarchiaro.
In effetti abbiamo scelto di arrivare doppiamente ai giovani: con il linguaggio di Gomorra e con un rap che si sposa col linguaggio dei ragazzi di oggi.>>

– La scorsa volta fuori scena sentimmo la voce del compianto Paolo Villaggio, grazie alla sua perfetta imitazione. In questa rappresentazione della Patente aveva previsto una nuova imitazione?
<<Sì. Sul palcoscenico del Teatro Pirandello avreste ascoltato la voce di Antonio De Curtis.
Lo avrei interpetato io come regista della pièce teatrale.
Purtroppo con quel che è accaduto in questi mesi dall’inizio della pandemia di coronavirus e dopo la sospensione del Concorso Uno, nessuno e centomila non abbiamo potuto metterlo in scena.
Forse ci riusciremo in futuro. Almeno lo spero. Ho interpretato Totò già con sua figlia Liliana in alcune commedie. Sarebbe meraviglioso ridargli la voce.>>
