Nove lavori, nove storie diverse, nove novelle in grado affrontare umane contraddizioni e disumana realtà. L’Istituto d’Istruzione Superiore Blaise Pascal di Giaveno, diretto dalla prof. Enrica Bosio, partecipa per la seconda volta al Concorso Uno Nessuno e Centomila con un imponente lavoro di rielaborazione delle novelle, con la preziosa guida della professoressa Francesca Gnan: “Acqua e lì” di Emma Camera, Amedeo Checchinato, Rebecca Costa, Matteo Visconti; “Il dovere del medico” di Davide Brocardo, Alessio Marangoni, Robert Mocanu, Melanie Toppani; “Il treno ha fischiato… nel 2020” di Edoardo Bergeretti, Alessandro Busia, Manuel Busné, Giulia Regen; “La mano del malato povero” di Thomas Camero, Fabio Merici, Nicolò Pappaletto; “La rosa” di Daniele D’Amato, Martina Franzoso, Maddalena Lo Guasto, Giulio Rosa Marin, Mattia Rossi; “La morsa” di Sara Arouiti, Alessandro Buscieti, Stefano Fusero, Enrico Ventura; “La patente” di Andrea Caria, Giorgio Carpinello, Leonardo Di Filippo, Riccardo Dreon, Giorgia Gandolfi, Tommaso Gencarelli, Fausto Manassero; “Zia Michelina” di Pietro Carpinello, Edoardo Fren, Edoardo Tonello; “Pensaci, Giacomino!” di Lorenzo Archinà, Simone Fodde, Jacopo Fuso, Ruben Pocobello, Luca Zamboni. Tutti studenti del Liceo Scientifico Scienze Applicate.

–Professoressa, per il vostro liceo scientifico è un ritorno, questa volta con un impegno ancora più intenso sulle novelle pirandelliane. A che cosa si deve questa scelta?
“Nel caso dei ragazzi di IV – afferma la prof. Francesca Gnan – sicuramente la scelta è stata dettata dall’esperienza super positiva che abbiamo vissuto a novembre. Per cui è stata una richiesta forte da parte degli studenti che tenevano nuovamente a prendere parte a questo progetto.
Per i ragazzi di II, che sono la new entry, si è trattato, invece, di una mia scelta, proprio perché nel programma di quest’anno si studia il Teatro, dal dramma antico al dramma borghese moderno, fino a Pirandello. Quindi, ho colto l’occasione per approfondire e cercare di fare in modo che mettessero in pratica quello che avevano imparato sul testo teatrale e sulle diverse tipologie di spettacoli”.

– I ragazzi stanno vivendo un periodo molto difficile. Come stanno reagendo?
“Le reazioni sono molto soggettive. Ho la fortuna di avere delle classi, nello specifico quelle che hanno partecipato a questo progetto, che sono molto propositive, piene di entusiasmo e di voglia di fare. Quindi, nel complesso la loro reazione è stata abbastanza positiva. La pandemia e tutte le situazioni recenti hanno avuto un impatto molto forte sul loro vissuto. Alcuni ragazzi l’hanno vissuta molto male, con disagio psicologico, con aumento notevole degli stati d’ansia e di depressione. Non è il caso di queste due classi nello specifico, che sembrano all’apparenza molto spensierate. Nel complesso, stanno reagendo bene, ma non so di quanti loro coetanei si possa dire la stessa cosa”.
– Quali sentimenti esprimono dopo la lettura delle novelle pirandelliane e quali elementi li colpiscono di più? Quali temi avvertono come più vicini al loro vissuto?

“Quest’anno abbiamo cercato di lavorare sull’attualizzazione. Quindi, ho spiegato loro che cosa si intende per attualizzazione di un testo. Ho lasciato che fossero loro a selezionare delle novelle. Nella classe II la scelta è caduta su novelle in cui si parla soprattutto di argomenti affini a quello della pandemia. Pertanto, hanno trovato loro stessi degli elementi di attualizzazione. I ragazzi di IV hanno cercato di rimanere nell’ambito dei temi di cittadinanza che stiamo trattando quest’anno: la condizione della donna, il femminicidio, in particolare.
Anche se non se ne parla nello specifico nelle novelle di Pirandello, abbiamo cercato di tenere comunque la donna al centro dei lavori dei ragazzi. Per le rappresentazioni è stato un po’diverso perché è stata adottata una scelta legata al numero di persone disposte a recitare e alla loro volontà di mettersi in gioco, che è stata molto più alta in IV, dove ormai sono più disinvolti; in seconda, hanno voluto dedicarsi invece di più alla scrittura. L’emarginazione sociale, la condizione femminile, i riferimenti alla pandemia, le reazioni della gente di fronte a una malattia sono stati gli argomenti che li hanno colpiti di più”.

–Come hanno realizzato la stesura dei testi? I video sono frutto di lavori di gruppo? Qual è stato il suo intervento?
“I ragazzi della II hanno scelto le novelle liberamente, le hanno sottoposte al mio parere e le ho approvate tutte, nel senso che si prestavano molto bene all’attualizzazione. Dopodiché hanno lavorato mediamente in gruppi da quattro con i loro computer. Hanno riscritto il testo e io sono intervenuta dando loro delle indicazioni, quando mi accorgevo che magari dedicavano una parte troppo ampia alla narrazione. Ho dovuto ricordare loro che non si tratta di un racconto, ma di un testo teatrale, che deve contenere le didascalie, che si deve cercare di visualizzare la scena. Quindi, i miei interventi sono stati molto sporadici. Hanno lavorato in autonomia, hanno lavorato molto bene e poi, in fase di revisione finale, sono intervenuta per piccole migliorie tecniche, ortografiche o formali. Per quanto riguarda la rappresentazione devo dire che sono stati anche in questo caso estremamente bravi. Per la parte tecnica io non ho fatto nulla, perché non saprei veramente come montare un video. Hanno pensato a tutto loro. Io li ho aiutati a reperire i costumi, ho dato qualche suggerimento su come e dove potevano effettuare le riprese. Ma si sono organizzati benissimo da soli. Hanno lavorato molto anche durante l’occupazione dell’Istituto, quindi mentre i loro compagni di scuola erano in cortile, loro erano nelle aule a fare le prove. Nelle riprese davvero sono stati encomiabili”.





