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Il conflitto tra mondo di carta e mondo digitale

Un anziano signore e un ragazzo, uno scontro tra realtà apparentemente inconciliabili.

Il corto teatrale ispirato alla novella Pirandelliana “Mondo di carta” proposto dalla III C dell’Istituto Comprensivo Galluppi-Collodi-Bevacqua “Scuola secondaria di I° grado Bevacqua”, racconta di due personaggi che per una strana ironia del caso si ritroveranno a scontrarsi e confrontarsi ognuno con la propria realtà: il mondo di carta con quello virtuale. Le due realtà paradossalmente contrapposte, apriranno degli scenari nuovi e si riveleranno fondamentali per entrambi i protagonisti.

Tre i docenti coinvolti nel progetto: Alessandra Calabrò, Silvana Curulli e Saverio Grande.

Questi i ragazzi che hanno studiato, scritto e interpretato con l’aiuto dei docenti “Mondo di carta”:

Canzonieri Matthias, Cuzzocrea Michele Pio, El Attari Yassir, Foti Cristian Salvatore, Gheorghe Elena Alexandra, Iacobello Greta, Khald Hajar, Martorano Emmanuel, Mounatik Mohammed Amin, Parisi Venerando, Rehane Ziyad, Sobhi Kawtar, Spinella Paola, Amedeo Daniele.

Referente è la professoressa Alessandra Calabrò, che da anni ormai segue il nostro concorso, contribuendo a far crescere nei suoi alunni l’amore per Luigi Pirandello.

La stessa scuola è stata premiata in passato per i suoi pregevolissimi lavori, che sono anche stati messi in scena sul palco del prestigioso Teatro Pirandello.

–Professoressa Calabrò, come si è sviluppata l’idea?

“L’idea è nata proprio dal titolo della novella “Mondo di carta”. Insieme alla docente di lettere: professoressa Silvana Curulli, abbiamo pensato di contrapporre il tema del mondo tecnologico e del mondo di carta al tema dei fantasmi e della realtà presente nella novella pirandelliana. La riscrittura del testo ha poi trovato un riferimento anche nei temi trattati a scuola. Attraverso la letteratura e la visione di alcuni film, i ragazzi hanno conosciuto e approfondito i temi della condizione di sfruttamento di tanti bambini, il razzismo, le persecuzioni e le guerre”.

–Come hanno vissuto i ragazzi l’esperienza di dover prendere parte a questo lavoro?

“Lo studio dell’opera di Pirandello ha entusiasmato enormemente i ragazzi. I temi della solitudine, dell’incomunicabilità, dell’alienazione hanno fatto sentire questo autore molto vicino alla sensibilità giovanile. Così hanno accolto con entusiasmo l’idea di poter lavorare insieme e cimentarsi con la riscrittura di un’opera teatrale”.

–Quali difficoltà hanno incontrato?

“Inizialmente la riscrittura del testo è apparsa complessa, ma, ben presto, la fantasia e  la voglia di inserire qualcosa di sé  nella costruzione dei dialoghi è stata  vista come novità  e opportunità straordinari. Tutti gli alunni, affiancati dal docente di sostegno professor Saverio Grande hanno contribuito alla realizzazione delle scenografie virtuali per la  messa in scena della rappresentazione teatrale”.

–La didattica  a distanza ha messo tutti, docenti e ragazzi, di fronte alla necessità di essere connessi. Quali ostacoli avete riscontrato durante la pandemia? Come hanno reagito i ragazzi e le famiglie?

“La pandemia ha messo tutti a dura prova. Ha acuito i disagi limitando la socialità. Le insicurezze di fronte a un mondo instabile sono aumentate e i ragazzi hanno avuto ed hanno ancora un estremo bisogno di essere sostenuti e incoraggiati e il confronto con i grandi autori della letteratura e il dialogo educativo sono estremamente importanti.  Fondamentale  è  stato anche il rapporto con le famiglie che hanno, con grande fatica,  supportato i loro figli. Tuttavia, la necessità di restare connessi ci ha fatto anche scoprire le tante potenzialità della tecnologia e ci ha permesso di aiutare anche tanti  ragazzi  svantaggiati”.

–Qual è il messaggio che i ragazzi intendono trasmettere ai loro coetanei?

 “Collaborazione, pace, solidarietà, sono forse questi i principali temi che i ragazzi hanno inteso trasmettere.  Un’idea di speranza in una realtà sempre più complessa e difficile . Attraverso questo lavoro e questo impegno i ragazzi hanno espresso la voglia di liberarsi, stare insieme, dopo due anni di sofferenza e coraggiosamente riprendere la vita nelle loro mani”.

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