Venti alunni della III sez. C e della III sez. I dell’Istituto Comprensivo Bovio Mazzini di Canosa di Puglia partecipano alla V edizione del Concorso Uno, nessuno e centomila, con un film corto dal titolo “Lontano” liberamente tratto dall’omonima novella pirandelliana.

Coordinati dai professori Filomena Stellino, Rita Napoletano, Mino Porcelli e Martina di Nunno, i ragazzi riescono a mettere in luce la problematica dell’immigrazione, tema di grande attualità.
Professoressa Stellino, le ragazze e i ragazzi come hanno affrontato il lavoro?
“Particolarmente sensibili al fenomeno dell’immigrazione si sono rivelati estremamente motivati
nell’interpretazione teatrale. La visione di Pirandello dell’immigrazione è stata sempre quella di chi resta e
non di chi parte, di chi resta e che diventa vittima di questa partenza. Nella novella non viene raccontata la vicenda di un italiano che emigra, ma di uno straniero che sbarca in Italia e quindi emerge una visione pirandelliana rovesciata dell’immigrazione”.

Il protagonista della storia è un ragazzo norvegese che, per traffici commerciali, arriva in Sicilia. Approda controvoglia – come controvoglia partivano milioni di italiani a cavallo tra ‘800 e ‘900 – perché moribondo e malato di tifo, abbandonato a Porto Empedocle dai suoi compagni marinai che lo davano per spacciato.
“Pirandello , attraverso la storia di Lars, protagonista della novella – spiega la professoressa Stellino, referente del progetto – , offre uno specchio deformante degli italiani del suo tempo, già vittime storiche
dell’espatrio, chiusi, insensibili e crudeli”.

La colonna sonora con le note di Franco Battiato, delicatissimo omaggio all’artista siciliano recentemente scomparso la straziante scena finale, la fotografia, le coreografie, le riprese dal mare, che sembra voler inghiottire tutte le lacrime e la tristezza del mondo, l’uso del drone per le scene dall’alto sono solo alcune delle scelte che rendono il film corto carico di emozioni, pur nella rielaborazione di una novella insolita, complessa.
“La messa in scena della novella è stata particolarmente elaborata perché molte scene sono state girate al mare – racconta l’insegnante – in un territorio importante della nostra regione, caratterizzato dalle saline di Margherita di Savoia che, ancora una volta, richiamano una parte di Sicilia, quella del trapanese. Altre scene sono state girate con la tecnica delle ombre per valorizzare ed esaltare maggiormente la gestualità seducente e amorosa dell’incontro fra il protagonista nordico, con un suo specifico bagaglio culturale e la siciliana Venerina, espressione di una cultura meridionale e mediterranea Molta importanza si è data anche alla contaminazione musicale che intervalla le scene per meglio descriverle e per fare in modo che ci sia una partecipazione degli alunni più ampia possibile. La storia vede la presenza di un narratore che lega e conduce il racconto nella convinzione di dare massima fedeltà alla rappresentazione drammaturgica della storia.

La conclusione del racconto vede il conflitto interiore del nostalgico protagonista, tra la sua rassegnazione per la partenza del piroscafo Hammerfest, che mai più lo riporterà a casa, e l’accettazione della sua scelta di rimanere, riconoscente al popolo che non lo ha accolto e curato come avrebbe voluto e per amore di una donna che pensava fosse il suo riscatto e invece non si è rivelata tale, anche in presenza di un figlio nato dalla loro tenera relazione”.

–L’impegno degli alunni è sorprendente, ma quali sono state le loro considerazioni rispetto alla novella e alla rappresentazione?
“Gli alunni coinvolti nella rappresentazione drammaturgica hanno mostrato massimo interesse per il tema dell’immigrazione e dell’accoglienza, incuriosendosi al contenuto dell’insolita novella selezionata dopo un’attenta ricerca all’interno dell’ampio panorama delle novelle pirandelliane. La loro sensibilità si è estrinsecata ed è emersa appieno quando si sono calati nell’interpretazione dei personaggi descritti dalle parole di Pirandello. I ragazzi sono riusciti ad estrarre dal racconto l’attualità del tema ed hanno contribuito fattivamente alla costruzione delle scene, andando a ricercare le caratteristiche delle atmosfere marinaresche, immedesimandosi e dando la loro personale impronta”.
Quali le difficoltà affrontate?

“Le difficoltà sono state fondamentalmente di tre ordini: il primo ha riguardato la gestione di tutti gli step progettuali, dovendo rispettare le svariate misure di sicurezza anti-Covid: distanziamento, mascherine, controllo dei contagi, tempi ristretti in un periodo di ampia espansione del virus, nonché le temperature invernali poco concilianti con riprese in riva al mare.
Il secondo ordine di complessità ha riguardato la cura del profilo dei personaggi che dovevano prima essere immaginati e poi interpretati in un processo di attualizzazione di un contesto diverso da quello in cui la novella è stata concepita. Gli alunni, con la loro energia e passione, sono riusciti a creare la loro versione teatrale tanto spontanea quanto veritiera e credibile.
Infine, particolarmente laboriosa ed interessante è stata la ricerca della location che ci ha fatto scoprire, dopo numerosi sopralluoghi, diversi angoli della nostra regione. Alla fine, nella difficile scelta, ha prevalso la prospettiva del Parco delle saline di Margherita di Savoia con il sito archeologico del Porto di Vitruvio, luogo caratteristico ed evocativo delle specificità delle nostre terre mediterranee lontane, ma tanto vicine”.
Come avete trascorso gli ultimi due anni?
“Gli ultimi due anni, caratterizzati dalla pandemia da covid-19, sono stati vissuti in modo particolarmente difficoltoso. L’impiego della didattica a distanza ha annullato tutte le attività extracurricolari come quelle teatrali, basate soprattutto su dinamiche relazionali. Gli alunni, nonostante tutto, hanno continuato a leggere e a studiare con tanti sacrifici, rinunciando ai quotidiani contatti scolastici e comunicando con un mezzo, il computer, sostitutivo della presenza, ma freddo e distante”.
