Un lavoro intenso, che coglie molti aspetti dell’opera pirandelliana. La scena si svolge a bordo di un treno in viaggio. Non si sa dove stia andando, né chi siano i passeggeri. Solo incontri di sguardi, casuali, sfuggenti o penetranti, relazioni umane transitorie e insignificanti, se non fosse per le lacrime che sgorgano dal volto di una giovane donna. Lacrime per cui provare compassione o indifferenza. Sullo sfondo il casuale paesaggio che scorre davanti agli occhi dei passeggeri è scenografia naturale di un’esistenza, in cui si può scegliere se cercare la bellezza o abbandonarsi alla desolazione, così come provare interesse per le vite degli altri o mostrare fastidio per ignoti seccatori.
Gli studenti della classe XI C del Colegiul Național “George Barițiu” di Cluj – Napoca, guidati dal prof. Laszlo Alexandru, partecipano al Concorso Uno Nessuno e Centomila con il cortometraggio “Le lacrime” tratto dalla novella “La nenia” di Luigi Pirandello. Sono alla loro primissima esperienza in quanto interpreti e anche come tecnici di ripresa e di montaggio.

–Professore, per la prima volta la vostra scuola partecipa con un film corto, drammatico, a tratti perfino angosciante. Quando è nata l’idea del video?
“Lo scorso novembre ho partecipato con due mie alunne di Cluj a un dibattito su Pirandello e la letteratura italiana, organizzato al Teatro della Posta Vecchia di Agrigento con insegnanti e studenti italiani, americani e spagnoli, in occasione della IV edizione del Concorso Internazionale “Uno, nessuno e centomila”.
Sono rimasto colpito dal film presentato, allora, dai colleghi della Connecticut Academy for the Arts di Torrington, Teresa Graham Sullivan e John Sullivan, che poneva numerosi interrogativi sulla condizione umana, dal punto di vista dell’opera pirandelliana. Ho pensato subito che dovevamo anche noi imboccare questa nuova strada artistica. E infatti le due studentesse di allora, Ștefana e Diana, si ritrovano oggi tra i personaggi principali del nostro film, la donna bionda e la bambina impertinente, che hanno bisogno entrambe, nella stessa misura, degli abbracci e delle carezze delle rispettive balie.
Tornato a casa, ho presentato l’iniziativa al mio gruppo di ragazzi della classe XI C (penultima delle medie superiori) e tutti l’hanno accolta con grande interesse. Ho portato loro alcuni tra gli 8 volumi di Novelle per un anno che avevo tradotto e pubblicato negli ultimi anni in romeno. I libri sono passati da una mano all’altra, per due mesi, e le loro scelte si sono concentrate su due novelle e, dopo il dibattito in classe, ci hanno scelto Nenia. Tre studenti (Celestin, Mihaela e Mihai) hanno elaborato la sceneggiatura, adattando la prosa di Pirandello allo specifico del testo teatrale. Due studentesse (Ștefana e Nicole) hanno ritradotto la sceneggiatura in italiano. Abbiamo elencato sulla lavagna i nomi dei personaggi e ognuno ha avuto la possibilità di scegliere il ruolo che riteneva più adatto. Poi uno studente ha avuto una forma leggera di Covid e abbiamo dovuto cancellare la sua parte e riscrivere la sceneggiatura. Praticamente l’intero gruppo si è impegnato, in un modo o in un altro, nel progetto.
Altre avventure abbiamo dovuto affrontare durante le riprese: volevamo adibire una sala della nostra scuola, per farla sembrare l’interno di un treno, un’idea scartata in breve tempo; volevamo parlare con il capostazione della nostra città, così da trovare un vecchio treno in disuso; poi abbiamo preso effettivamente un treno dalla stazione, per qualche decina di chilometri, giusto per filmare il nostro show. Il direttore della compagnia ferroviaria, avvertito delle nostre intenzioni, ci ha fatto avere una carrozza soltanto per noi, gratis, e questo ha impressionato positivamente i ragazzi”.

– La sceneggiatura è lenta e la protagonista ha un volto molto espressivo. La sua tristezza pervade l’intero film. A quale genere cinematografico o a quali registi vi siete ispirati?
“La nostra intenzione – sia dei ragazzi che hanno fatto la sceneggiatura, sia del regista che per caso sono stato costretto a diventare – era di rimanere quanto possibile vicini all’originale. Pirandello include nel suo testo l’intero peso drammatico occorrente per impressionare il lettore/lo spettatore. Ma poi, man mano che il progetto cresceva e si arricchiva, abbiamo deciso di esprimerci in modo più spontaneo. Ho avuto la fortuna di lavorare con ragazzi molto maturi, che hanno capito presto che cosa dovevano fare, leggendo la novella, la sceneggiatura, quindi ho dovuto insistere con loro soltanto sulle sfumature. Adesso che rivedo il film, mi sembra che assomigli, nel suo ritmo lento e nell’insistenza sui volti, alla tecnica di Andrej Tarkovskij, un regista che ammiravo molto trent’anni fa”.
– La malinconia è spesso immotivata, eppure a volte neanche la razionalità riesce ad allontanarla. Pirandello ha scelto personaggi femminili per esprimere queste sensazioni. Condivide con l’Autore che le donne siano più inclini a questi stati d’animo o non ne fa una questione di genere?
“Pirandello sa benissimo costruire personaggi strazianti anche maschili. Mi vengono subito in mente Ciàula che scopre la Luna, i due compari che si odiano a morte, ma vivono accanto, il vecchio che sta per morire (Filo d’aria), il contadino che ripudia indignato il figlio prete, caduto in peccato orrendo (Alla zappa!) ed altri. I grandi dibattiti tragici, profondi, sulla condizione umana, non sono condizionati dal sesso dei personaggi, che ne rappresenta soltanto la scenografia”.

– Il film si snoda tra reale e surreale, tra natura e coscienza. Solo le braccia della nutrice possono essere rassicuranti. La ragazza diventa donna con la sua sofferenza e i suoi fantasmi e poi regredisce al suo stato infantile?
“Infatti ho spiegato ai ragazzi, quando ci mettevamo d’accordo sui particolari delle riprese da fare, che il film scivola pian piano dal concreto verso l’astratto, dall’impertinenza quotidiana verso il tormento e l’insicurezza esistenziale di sempre. E quindi, con i loro atteggiamenti, dovevano tenere presenti questi due livelli distinti della nostra impresa artistica. Un altro aspetto importante: né Pirandello e, di conseguenza, neanche il nostro film, indicano le ragioni della disperazione della protagonista. Non fanno che suggerirle. La fantasia dello spettatore, nella ricostruzione delle cause, va sempre rispettata. Ma comunque, dopo un breve giro per l’inferno interiore, qualsiasi regresso allo stato infantile diventa, secondo me, impossibile”.
-. Il vostro Paese confina con l’Ucraina. Come state vivendo questi giorni? L’opinione pubblica in Romania come sta reagendo?
“Sono giorni tremendi, che non avremmo mai voluto vivere. Le ambizioni guerriere di un uomo piccolo piccolo, rimasto con la sua mentalità di un secolo indietro, spinge centinaia di migliaia di persone alla disperazione. All’orrore si risponde, però, con la solidarietà alle vittime, e questo sentimento unisce, per la prima volta, il nostro continente. Sono contento di vedere i politici di spicco, europei e del mondo intero, mettersi subito d’accordo, in poche parole e con grande determinazione, per limitare il disastro e costruire argini alla stoltezza. Ma anche le persone semplici si sono mobilitate dappertutto in Europa, spontaneamente, a dimostrare il loro umanesimo. Nella nostra scuola, per esempio, studenti e insegnanti abbiamo raccolto in palestra numerosi pacchi di cibo, beni di prima necessità e indumenti, che sono stati poi trasportati nei campi profughi, in collaborazione con il Consolato Italiano di Cluj e con la Chiesa. Le stesse iniziative si sono diffuse in quasi tutte le scuole della nostra città, ma anche nei diversi organismi statali o privati. A livello politico sono state varate, in pochi giorni, le leggi per organizzare l’accoglienza dei rifugiati, per dare loro il diritto al lavoro e all’assistenza medica gratuita. Anche se, di solito, abbiamo l’abitudine di lamentarci della nostra sfortuna esistenziale, questa volta il colpo tragico della storia dei nostri vicini ha superato il nostro scetticismo e ci ha fatto rimboccare le maniche”
Ragazzi, voi come avete diviso i vostri ruoli per la realizzazione del video? Come avete vissuto l’esperienza di girare le scene sul treno?
“È stato un grande piacere per me vivere questa esperienza, con i miei compagni e il nostro insegnante . afferma Simina – . Mi sono sentita una professionista. Non ho mai fatto un film prima, ma sono felice di aver partecipato a questo progetto”
“I ruoli – racconta Teodora – sono stati divisi durante una lezione a scuola, con l’aiuto dell’insegnante. Le registrazioni sono durate all’incirca un’ora e mezza. Ci siamo intrattenuti e incoraggiati sempre. Abbiamo contribuito tutti a questo progetto e penso che sia andato molto bene”.
“Ci siamo divertiti ed è stata un’esperienza indimenticabile” dice Justin.
“La realizzazione di questo cortometraggio – spiega Stefana -, che è stata sicuramente una cosa nuova, è stata anche molto interessante e altrettanto divertente. I ruoli che abbiamo interpretato li abbiamo scelti durante una lezione di italiano con l’assistenza del professore, dopo aver portato a termine la sceneggiatura”
–Qual è la vostra impressione della donna protagonista?
“È un personaggio molto complesso e difficilissimo da interpretare” sostiene Alex.
–Secondo voi il ruolo della donna potrebbe essere affidato a un ragazzo attribuendogli le stesse sensazioni?
“No, non credo – afferma Nicole -; la donna ha sempre trasmesso grande emozione e tenerezza agli spettatori, in qualsiasi film o video”.
“Un adulto ha diverse capacità di sentire e di esprimere emozioni profonde, perché gode di maggiore esperienza. Un ragazzo le può soltanto intuire e imitare ” ritiene Alex.
-La bambina infastidisce il viaggiatore. Vi è mai capitato un analogo episodio in cui un bambino si attribuisce la frase imbarazzante sentita da un adulto? Potreste raccontarlo?
“Non penso che mi sia mai capitato” dice Nicole.
“Ho trovato una scena simile in un classico della letteratura romena, Ion Luca Caragiale” sottolinea Alex.
“Sì, è successo a me – ammette Elisa -. Un giorno mia nonna è venuta a prendermi dalla scuola. Ci siamo fermate in una pasticceria a mangiare un dolce. Mentre stavamo in fila, è venuta una giovane donna e si è messa davanti a noi. A quel punto ho detto a mia nonna ad alta voce: “Guarda com’ è ignorante questa ragazza!”. E sono passata davanti a lei, senza preoccuparmi delle altre persone intorno”.
–Che cosa pensate della guerra in corso? Ci sono state manifestazioni nella vostra città?
“Ci troviamo in una società troppo avanzata per assistere a cose del genere – dice Bogdan – , dunque le persone della mia città prendono parte alle proteste”.
“Una situazione molto triste, spero che si rimedi il più presto possibile – afferma Nicole -. Tutte le nazioni stanno cercando di sostenere l’Ucraina, sia con aiuti concreti che in modo simbolico”.
“Devo dire che sono molto fiera della mia nazione poiché sta facendo grandi cose per aiutare i rifugiati che vengono dall’Ucraina – tiene a sottolineare Stefana – . Un po’ tutte le nazioni stanno cercando di sostenere l’Ucraina, sia con aiuti concreti che in modo simbolico, tramite manifestazioni e vari simboli sparsi per la città. Anche a Cluj si sono svolte manifestazioni pubbliche e ci sono persino due bandiere che simboleggiano il sostegno per l’Ucraina”.