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La tuta anti-covid non protegge dall’arroganza

Dalla Puglia, più precisamente dalla provincia di Brindisi, alcuni alunni di scuola media partecipano alla V edizione con un corto teatrale tratto dalla novella pirandelliana “La giara”.

Il lavoro è ambientato ai giorni nostri, devastati dagli effetti disastrosi della pandemia. Protagonista è Donna Filomena, la quale si reca furiosa dalla sarta del paese, Cummà Sisina, chiedendole di sistemare la tuta anti-covid da poco acquistata, che dovrebbe proteggerla dal rischio di contagio. Donna Filomena pretende che la riparazione allo strappo della tuta sia eseguito a regola d’arte secondo le sue direttive è a costo zero punto la sua arroganza verrà punita.

Torna ad Agrigento il plesso Bosco dell’Istituto Comprensivo Barnaba-Bosco di Ostuni, diretto dalla professoressa Guendalina Cisternino, con alcuni alunni della classe III, sezione I, guidati dalla professoressa Dorotea Valentina Eufemia Longo.

Nella versione, molto originale, di questo corto teatrale, dal titolo “Uno strappo a(lla) regola) l’idea centrale è il ricorso a una tuta anti-covid, come elemento sostitutivo della giara. Il messaggio pirandelliano rimane intatto  e l’arroganza si scontra con la competenza.

– Professoressa Longo, sono temi sempre attuali inseriti però nel contesto di una pandemia. Com’è scaturita l’idea del corto teatrale?

“Dopo aver letto la novella, abbiamo avviato una discussione, prima coi ragazzi e, poi, anche con altri insegnanti. L’idea è scaturita in quel frangente. L’ho proposta ai miei alunni e ne sono stati entusiasti.

Alcuni conoscevano già il Concorso perché l’avevano vissuto indirettamente attraverso altri loro amici o parenti. Per questo ne sono stati subito molto felici. Sono stati incoraggiati da chi aveva vissuto quest’avventura ad Agrigento. Hanno colto l’occasione per vivere insieme questa esperienza, per fare qualcosa di diverso e per vivere la scuola in maniera totale.

Credo che non dimenticheranno più Pirandello. Stanno vivendo la letteratura in modo meno statico e non monotono, anche attraverso la drammatizzazione dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Insomma, stanno imparando che anche questa è la scuola: è vivere la letteratura, è imparare divertendosi. Credo che questo per loro significhi recuperare il tempo perduto negli ultimi due anni. Lo stanno facendo ancora con grandissimo entusiasmo. Aiutarsi, mettersi in gioco, ridere e stare bene insieme. È così che si ottengono i risultati. Riuscire a realizzare questo video ha significato per loro dimostrare a sé stessi di essere capaci di realizzare qualcosa di importante e di non essersi atrofizzati durante la pandemia, in termini di creatività, di energie, di fantasia.

Hanno coinvolto le famiglie che sono state felici di dare una mano. È stata un’esperienza coinvolgente.  La professoressa di Lettere, Teresa Manelli e la docente di sostegno, Rossana Saponaro, hanno collaborato al massimo per la buona riuscita del video. Perfino mio marito, Antonio Balsamo, è stato coinvolto nella ricerca dell’idea di base. Cercavo qualcosa per far riflettere e per far sorridere sul flagello che si è abbattuto su di noi, ma serviva la spinta finale, ed è lui che l’ha suggerita.  Ci hanno aiutato il professor Vincenzo Bracciale e il signor Lorenzo Cirillo, che hanno realizzato il montaggio ed hanno scelto le musiche. Un primissimo montaggio è stato ad opera dell’alunna Angela Lobefaro”.

– Qual è stato il coinvolgimento dei ragazzi?

“Girare il video all’aperto è stato come gustare la libertà: di fatto hanno “rotto la giara” e sono usciti dal carcere che li opprimeva. Per loro poter partecipare con la realizzazione del video al concorso è stato già una vittoria”.

– Professoressa Manelli, che cosa sono stati per gli alunni questi ultimi due anni?

“Gli ultimi anni sono stati per loro molto duri. Hanno vissuto la scuola nel modo peggiore. Poter sorridere della pandemia è stato per loro catartico. Il fatto dover evitare il contatto stretto con le persone, di dover mantenere le giuste distanze ha pesato sulle loro vite. Sono reduci da due anni difficili. Hanno comunque saputo ben interpretare, nei gesti e nelle espressioni, le conseguenze della pandemia”.

– Professoressa Saponaro, che cosa ha significato per questi ragazzi partecipare al concorso e realizzare il video?

“Per due anni non hanno realizzato nulla. La scuola l’hanno vissuta o subita senza entusiasmo, senza gite, senza poter partecipare a concorsi o altre attività. Finalmente con questa opportunità hanno fatto squadra , un fatto per loro che non ha precedenti . È stata la prima occasione entusiasmante per loro. Hanno colto l’entusiasmo della professoressa Longo e si sono lasciati coinvolgere. Hanno già avuto la loro vittoria , la loro rinascita, la loro rivincita sul Covid”.

I ragazzi ci tengono a dire che il loro inno è “Siamo una squadra fortissimi” di Checco Zalone. Insomma, nonostante tutto, ancora una volta dimostrano di non aver perso l’umorismo e noi non possiamo che incoraggiarli e dire “Siete una squadra fortissimi”!

Personaggi e interpreti: Zoe Valentino (Donna Sisina), Angela Morelli (Donna Filomena), il contadino (Riccardo Dell’Aquila). Un ringraziamento è stato rivolto nei titoli di coda alla sartoria Abiti e Abitare di Antonella Resta. La colonna sonora “Pirandello suite – La Giara” è di Alfredo Casella.

Hanno collaborato al progetto anche gli alunni:

Irene Barratta, Aurora Farina, Angelo Flore, Luigi Fumarola, Samuele Marseglia, Vincenzo Molendino, Davide Monopoli, Carmine Moro, Davide Pacifico, Denise Polimeni, Giorgio Mario Scatolino, Pietro Tanzariello, Simone Tanzariello, Domenica Tarantino, Alessandro Ungaro, Davide Zurlo.

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