Chi starebbe ad ascoltare una lezione sull’Eresia catara in didattica a distanza?
Ecco a voi un decalogo su come fingere abilmente di seguire una lezione al computer.
Arianna Di Carlo, Lizette Ferracchiato, Ludovica Gianassi, Aurora Liberati, Ilaria Retez, e Marta Sarro del Liceo Classico Statale Luciano Manara di Roma, diretto dalla dottoressa Atala Grattarola, partecipano con un film corto dal titolo “Manuale di sopravvivenza in DAD”, tratto da “L’Eresia Catara” di Luigi Pirandello.
Referente del progetto è la professoressa Michela Gallozzi.

–Professoressa, com’è nata l’idea? Come sono stati selezionati gli interpreti? Avete un laboratorio di Teatro?
“L’idea è nata molto casualmente. Con le ragazze volevamo trovare qualcosa che si legasse alla recente esperienza della didattica a distanza che ha segnato gli ultimi anni del loro percorso scolastico. Era un modo per esorcizzare, per voltare pagina, per cogliere il positivo anche laddove si faceva fatica a trovarlo. La scelta è stata lasciata alla libera adesione al progetto.
Il nostro Liceo ha una lunga e “gloriosa” storia di laboratori di teatro e spesso abbiamo partecipato a manifestazioni, concorsi o festival di teatro.
Siamo stati ospiti diverse volte nella vostra bellissima terra come partecipanti al festival del teatro antico a Palazzolo Acreide, ad esempio. Purtroppo, a causa della pandemia, il laboratorio è stato sospeso in questi ultimi due anni ma siamo certi che presto torneremo!”
-Il tema dell’incomunicabilità trattato da Pirandello viene riproposto proponendo un’esperienza recente degli studenti. Che peso hanno avuto per voi docenti e per i ragazzi questi ultimi due anni?
“Nel momento in cui ci siamo trovati a vivere l’esperienza della DAD non credo ci rendessimo ben conto delle conseguenze e delle ripercussioni che questa avrebbe comportato. L’impegno durante la didattica a distanza si era raddoppiato sia per gli studenti che per noi docenti ma eravamo tutti sulla stessa barca e come si suol dire “mal comune mezzo gaudio”. Le vere difficoltà si stanno presentando adesso che si è tornati a frequentare la scuola in presenza; è molto difficile riallineare le bussole, tarare nuovamente i nostri orologi biologici, riabituare i nostri cervelli alla fatica di un impegno continuo e quotidiano. Molti ragazzi stanno manifestando disagi a livello relazionale ma soprattutto a livello psicologico; non si sentono sicuri, sono travolti dalle loro insicurezze e pensano di non essere in grado di rimettersi in cammino. Hanno davvero tanto bisogno di essere sostenuti, rincuorati, incoraggiati. Ecco perché la comunicazione, il dialogo educativo è fondamentale e non può essere trascurato”.
–La conclusione del video spiega anche il motivo per cui è stata scelta in particolare questa novella per raccontare l’esperienza vissuta in DAD. La scelta della mela è un mezzo?
“Abbiamo adottato il simbolo della mela per esemplificare i temi dell’inganno e dell’incomunicabilità, che rappresentano il filo conduttore tra la novella pirandelliana e la nostra esperienza di didattica a distanza.
Come infatti la mela racchiude in sé, tanto nella tradizione pagana quanto cristiana, il significato della tentazione che conduce all’errore, così è stata utilizzata dalla figura della cattiva coscienza di uno studente qualsiasi a non seguire la lezione e non rispettare la spiegazione dell’insegnante.”






–Ragazze, quanto c’è di vero nella applicazione del manuale? Quanto è stato difficile per voi seguire le lezioni in DAD?
“Nell’applicazione del manuale c’è molto di vero, purtroppo. È stato l’unico modo che avevamo per sopravvivere durante un periodo così difficile. La DAD è stata distruttiva, all’inizio poteva sembrare divertente, ci svegliavamo tranquilli e seguivamo le lezioni con la massima tranquillità ed in pieno relax. Eravamo del tutto inesperti in un campo mai esplorato. Poi il non poter uscire vedere i propri amici, poter comunicare solo attraverso uno schermo ha spento giorno dopo giorno il nostro entusiasmo; seguire le lezioni era una grandissima fatica, mancavano gli stimoli giusti, il contatto umano, la relazione “vera” con i docenti. Per fortuna siamo tornati a scuola!! Non avremmo mai pensato di dire una frase del genere!”
-Quali sono i sentimenti che avete provato nel ritornare a scuola? Che cosa significa per voi dopo così tanto tempo di esperienza in DAD?
“Il ritorno a scuola dopo un lungo ed estenuante periodo di didattica a distanza è stato accolto con un’inaspettata ma dirompente gioia da parte di noi studenti.
Se da un lato la Dad è stata utile sia a tutelarci nei momenti culminanti della pandemia che a offrirci un approccio più leggero ed autonomo allo studio, dall’altro la mancanza di interazioni sociali reali era diventata insostenibile.
Difatti, la scuola di cui abbiamo bisogno, in quanto ambiente di confronto e arricchimento, si fonda proprio sulla fitta rete di relazioni che vive e si alimenta di giorno in giorno nelle nostre aule.
Trovarsi invece isolati nei riquadri distaccati e bidimensionali di uno schermo tecnologico minava gravemente lo spessore della nostra comunicazione e della conseguente crescita personale.
Al rientro a scuola ci siamo finalmente sentiti inclusi in un unico e fertile ambiente, dove il guardarsi negli occhi e il parlarsi frontalmente, seppure limitati dall’impaccio delle mascherine, ci ha restituito nuovamente la fiducia di affrontare le avversità come una comunità, pronta a sostenersi vicendevolmente”.
–Quali ostacoli, quali resistenze avete avvertito dell’incomunicabilità tra voi studenti?
“I principali ostacoli dell’incomunicabilità tra noi studenti durante la DAD in realtà sono pressoché gli stessi che per due anni ci hanno allontanato anche dai professori: la totale assenza di momenti di socialità che prima trovavamo nelle relazioni scolastiche e che per il periodo pandemico sono venuti meno e la mancanza di ogni tipo di rapporto di scambio tra studenti sul quale si è da sempre basato il sistema scolastico.
È stato complicato, una volta tornati a scuola, ripristinare gli equilibri di un tempo, ma crediamo che dopotutto questa spiacevole condizione ci abbia insegnato ad apprezzare e sfruttare al meglio il tempo che ci rimane per stare insieme prima dell’importante passo che separerà le nostre strade: gli esami di maturità.