Belluca per un gruppo di ragazzi pugliesi è una persona che sa aspettare.
Sa attendere che coloro che lo giudicano si stanchino di dire sciocchezze e di offenderlo. Un cambio di prospettiva che supera lo straniamento del povero Belluca pirandelliano. Eppure rimane solo, con la sua visione poetica dell’esistenza, che ha sempre momenti di straordinaria bellezza, perfino grazie all’immaginazione.

L’Istituto comprensivo Giovanni XXIII di Sava, in provincia di Taranto, diretto dalla dottoressa Anna Calabrese, concorre con “Il treno ha fischiato”, un classico tra le novelle pirandelliane reinterpretate da tanti studenti del nostro Concorso.
Tuttavia, in questa occasione, gli alunni della 3^ F, seguiti dal professor Roberto Bascià e dalla professoressa Lea Perrucci, propongono il tema del pregiudizio e della prevaricazione nei confronti di chi è ritenuto più debole.
Nel cortometraggio proposto, il protagonista deve solo aspettare che siano tutti “sazi” per poter assaporare, a morsi, le piccole gioie della vita.
Gli alunni partecipanti al concorso sono Samuele Kumar; Gioele Daversa, Mattia Saracino, Antonio Bisci, Francesco Sileno, Matteo Cito, Alice Decataldo, Samuel Buccoliero, Sofia Puglia, Lucrezia Pichierri, Samuel Buccoliero, Elisa Decataldo, Miriana Caforio, Chiara Marotta, Noemy Speranza, Beatrice Margherita, Alicya Leo, Cristiano Sansonetti, Gianmarco Micelli, José Louis Rubino, Giovanni Iezzi.
–Professore, gli studenti seppur portino in scena il mondo degli adulti, sembrano ispirarsi a situazioni che li riguardano più da vicino.
Purtroppo sì. Siamo vicini a Manduria, dove il caso di Antonio Stano di qualche anno fa ha imposto una seria e approfondita riflessione. Ed è stata anche la genesi di un’analisi anche personale, cercando di capire se ognuno dei nostri alunni si fosse mai trovato in una situazione di sopruso nei confronti di persone in difficoltà, fisica o psicologica. Il personaggio di Belluca ha offerto uno spunto ideale.

– Belluca nel corto proposto sembra molto più saggio e paziente del Belluca pirandelliano. Qual è il messaggio che i ragazzi intendono proporre?
Belluca è seduto al “suo” tavolo, non è lui l’ospite, è il padrone di casa e il suo tavolo è sempre ricco e disponibile. Eppure c’è chi invade la sua dimensione, permettendo di giudicarlo senza conoscerlo, l’importante è “inzuppare il pane” nella sua privacy e cadere nel bieco pettegolezzo, che uccide e condiziona; è la costruzione di quella identità collettiva che la società assegna. Belluca sa che c’è una possibilità: aspettare (che il treno fischi), è la sua unica speranza. Nel nostro lavoro ci interessava metterci più dalla parte di Belluca e di tutti quelli che “aspettano”, rendere protagonista la loro visione degli altri nei propri spazi, aspettando il momento per ritagliarsi i propri, senza voler dare fastidio a nessuno, nonostante si senta oppresso dalla realtà che lo circonda. Ci interessava ripartire da Belluca per spostare lo sguardo sui deboli.

– Quanto tempo hanno impiegato per realizzare il video e con che mezzi lo hanno fatto?
Il video è stato girato in una sola mattinata, una domenica mattina e montato in tre giorni.
– Qual è il lavoro preparatorio che hanno svolto in classe?

Prima di girare, ci siamo concentrati su uno studio approfondito della figura di Belluca e soprattutto sull’identità individuale, dal quale è nata una sceneggiatura che nel tempo indicato, sostenesse la nostra visione di Belluca e desse voce ai tanti “Belluca” di cui purtroppo si legge sovente.