Hanno letto Pirandello, lo hanno studiato, interpretato e poi hanno cominciato a simulare alcune scene introducendo spunti personali e adottando alcune forme linguistiche regionali e tradizioni legate alla fortuna e ai riti scaramantici del luogo di provenienza.
La Scuola d’Italia di New York partecipa con un video dal titolo “La patente”.
Il corto rappresentato è frutto di una collaborazione tra la professoressa di Italiano, Cristiana Grassi, il professore di Teatro, Massimo Zordan, e il professore di Tecnologia, Riccardo Catalano.
Il percorso, iniziato a novembre, ha coinvolto cinque alunni di terza media (8th-grade), tre italiani e due bilingue: Giovanna Buoninfante, Carlotta Cerullo, Tommaso Del Balzo Di Presenzano, Paolo Laganà e Valentina Perrone.

Per non influenzare la libera reinterpretazione degli studenti, gli insegnanti hanno preferito condividere con loro solamente il testo originale e non mostrare alcuna rappresentazione de “La patente” di Pirandello, pur giungendo in maniera spontanea a risultati simili alla versione cinematografica del 1954.
Questo ha permesso ai ragazzi di lavorare liberamente, senza alcun condizionamento da parte degli insegnanti.
Le performance sono state filmate e successivamente selezionate dagli studenti. Il contenuto delle scene è stato poi trascritto e suddiviso in due scene.
Infine, i ragazzi si sono suddivisi i ruoli e hanno lavorato sulla messinscena del corto, apportando le opportune modifiche al testo e i tagli necessari per adattare il proprio corto alle richieste del concorso. Il tutto è stato filmato in due momenti distinti.

Professor Zordan, in che modo i ragazzi hanno proceduto alla selezione della novella?
Dopo aver introdotto la figura di Pirandello e letto alcuni brani selezionati dall’antologia di classe, i ragazzi hanno deciso di approfondire meglio la raccolta delle novelle e in particolare quella che hanno trovato più divertente e più adatta da interpretare. Questo ha facilitato l’interpretazione personale del personaggio perché ha stimolato il loro immaginario in chiave pirandelliana.

Quali impressioni ha suscitato in loro la lettura di Luigi Pirandello?
L’autore è piaciuto molto per diversi motivi. In particolare perché i temi trattati sono condivisibili e attuali: i ragazzi sono rimasti affascinati dalla teoria delle maschere di Pirandello apprezzandone le diverse sfumature che l’autore siciliano ha affrontato all’interno dei diversi brani selezionati.
Si sono divertiti a interpretare i personaggi di una delle più note novelle pirandelliane?
Assolutamente sì. I ragazzi hanno scelto autonomamente il ruolo da interpretare, tramite una serie di improvvisazioni in successione, in cui si alternava la lettura del testo originale in prosa, con l’improvvisazione, in cui di volta in volta si costruivano i dialoghi. Alcune scelte drammaturgiche scaturite dalle improvvisazioni sono diventate organiche all’interno del pezzo anche se non erano presenti nel testo originale.
Quali emozioni hanno provato?
Gli studenti hanno vissuto con entusiasmo e serenità la preparazione delle pièce, dimostrando
una disponibilità a lasciarsi andare al gioco scenico. Sebbene abbiano avuto una certa ansia da prestazione nella realizzazione del video per i tempi contingentati richiesti dal set, lo spirito del gioco ha prevalso facendo loro superare la difficoltà del momento. Il risultato finale ha lasciato gli studenti piacevolmente sorpresi e soddisfatti, alla luce anche della convocazione tra i finalisti del premio.