Ciascuno ha una sua visione soggettiva della vita e una verità. Non una verità assoluta, ma tante verità.
Nel gioco illusorio della verità, attraverso la lettura di alcune novelle pirandelliane, si sono immersi alcuni studenti della V M, Indirizzo Audiovisivo e Multimediale, del Liceo Artistico Statale Giacomo e Pio Manzù, diretto dall’ing. Cesare Emer Botti.

Clarissa Allushi, Martina Bianchino, Arianna Colleoni e Adele Oberti hanno partecipato con un testo teatrale dal titolo “Compromesso“, partendo dalla novella pirandelliana “Quando s’è capito il giuoco”.
Tenendo in considerazione i caratteri originali dei personaggi, le studentesse hanno ambientato i fatti narrati nella Agrigento degli anni ‘60, al fine di dimostrare l’attualità dei temi trattati da Pirandello.
Elisa Alvaro, Sara Biagini, Beatrice Cereda e Gaia Telegrafo hanno elaborato la drammaturgia “Nel dubbio” in cui affrontano principalmente i temi della trappola rappresentata dall’istituzione della famiglia, nello specifico quella borghese, e del relativismo conoscitivo.
Ettore Carniel, Simone Facchinetti, Isabella Kociu e Gaia Pezzoli hanno scritto un copione teatrale dal titolo “Le Costruzioni”, che ricontestualizza la novella “La carriola“, affrontando principalmente il motivo delle maschere portato all’esasperazione tramite l’utilizzo materiale di maschere di ceramica nella rappresentazione sulla scena.
Federica Bizioli, Eleonora Cirafici, Matilde Cortinovis, Peilu Xiang hanno elaborato il testo teatrale “Effetti d’un sogno interrotto”, in cui il sogno, è interpretabile attraverso la fantasia, anche come illusione, dato che tutto quello che il Protagonista vede e sente a casa sua potrebbe essere un’allucinazione.
Iris Cesarini, Francesca Gandossi, Silvia Grigis e Sofia Mazzariol hanno scritto il testo teatrale dal titolo “Mondo di carta”, strutturato come una prova a teatro in cui un attore e un’attrice tentano di mettere in scena proprio la suddetta novella. Come nel metateatro, più precisamente in opere come “I sei personaggi in cerca d’autore”, la scena si sviluppa su un palcoscenico dove i due attori si rivelano incapaci di trovare un punto d’accordo.
Referente del progetto e guida di questi ragazzi è la professoressa Tiziana Screnci.

–Professoressa, come avete organizzato in classe il lavoro?
In classe sono state lette alcune delle novelle più note di Pirandello perché solitamente antologizzate, tra queste La patente, Il treno ha fischiato, Tu ridi, C’è qualcuno che ride.
Successivamente la classe è stata suddivisa in gruppi di lavoro e ciascuno di essi in maniera autonoma ha scelto la novella da cui trarre la drammaturgia. Questo per due ragioni: in primo luogo perché non volevo imporre agli studenti di lavorare su dei testi che rispondessero al mio personale interesse e gusto letterario; in secondo luogo perché andare in biblioteca al pomeriggio ha consentito loro di leggere un certo numero di novelle godendo del piacere della lettura senza l’ansia di una verifica o un’interrogazione.
In un secondo tempo, ciascun gruppo mi ha esposto le idee elaborate per la trasposizione scenica della novella. In questa fase sono emerse alcune difficoltà, per esempio la necessità di scrivere dei monologhi che potessero somigliare a quelli così cerebrali degli eroi filosofi pirandelliani; oppure evitare che le maschere risultassero banalizzate in caricature poco fedeli alla concezione di Pirandello. La stesura vera e propria del copione è stata la parte meno problematica del lavoro perché i miei studenti frequentano l’indirizzo audiovisivo e multimediale e la collega Barbara Mocibob, già durante gli anni scolastici precedenti, aveva insegnato loro come redigere questa tipologia testuale.

–Che impressioni ha raccolto dagli studenti, durante la lettura delle novelle? Quali riflessioni sono scaturite?
Ovviamente le riflessioni suscitate dai testi sono state differenti a seconda che la tematica di fondo fosse l’analisi delle convenzioni sociali oppure l’alienazione cui vanno incontro i borghesi nella frenesia della vita dominata dal progresso e dalle meccanizzazione, o ancora l’atmosfera visionaria delle ultime novelle influenzate dal Surrealismo.
Di sicuro, ciò che i ragazzi hanno apprezzato di più è la grande acutezza di Pirandello nel cogliere le ipocrisie che si mescolano alla vita degli affetti.
–Intendete realizzare dei film corti dai testi in concorso?
I ragazzi hanno deciso di realizzare il corto della drammaturgia tratta dalla novella “Nel dubbio”. Perfetto esempio delle maschere che dominano anche nei rapporti familiari: la Marchesa sospetta che sua figlia Nelda stia vivendo, esattamente come lei molti anni prima, lo stesso angoscioso tormento di non sapere chi è il padre della creatura che porta in grembo, il rimorso di essersi tenuta quel segreto in fondo al cuore.
Non solo le maschere, ma anche il relativismo conoscitivo perché ognuno ha la sua verità, che nasce dal suo modo soggettivo di vedere le cose: così il Commendatore, che è certo di essere il padre di Nelda, vede in lei degli aspetti di sé stesso; ma anche Giulio, nonostante Nelda lo chiami per errore con il nome del suo amante, vuole credere all’improbabile scusa da lei improvvisata che Pietro sia il nome che vorrebbe dare al loro bambino.

–Qual è stato il suo ruolo durante le riprese?
Ho preso parte, da semplice spettatore, alle riprese: era per me la prima volta che vedevo i ragazzi all’opera nel loro ambito di studi e ho ammirato non solo la perizia nell’utilizzare gli strumenti tecnici video e audio, ma anche l’attenzione che hanno messo nella cura dei particolari, per esempio, poiché la storia è ambientata nei primi anni Duemila, sono riusciti a procurarsi un telefono cellulare che non fosse uno smartphone perché all’epoca non era ancora stato inventato.
–Qual è il suo bilancio dell’esperienza della partecipazione al nostro concorso?
Volendo fare un bilancio complessivo, quello che è emerso dalle riflessioni dei ragazzi circa l’esperienza di partecipare al concorso è stato che leggere le novelle e scrivere il copione li ha aiutati a capire in prima persona quanto la letteratura, così come il teatro, siano un meraviglioso strumento di analisi della realtà e quanto complessa quest’ultima possa essere nelle sue infinite sfaccettature. E Pirandello in questo è e rimane un Maestro assoluto.