Nove studenti delle classi III A e III B, indirizzo Informatica e Telecomunicazioni, dell’IISS “Fermi” di Aragona, diretto dalla dottoressa Elisa Maria Enza Casalicchio, partecipano al Concorso Uno Nessuno e Centomila con “La vanità dei ricordi”.

Alessandro Caramazza, Ivan Gnecchi, Alessandro Lombardo, Luigi Lops, Calogero Palumbo, Andrea Parrino, Stefano Ragusa, Giorgia Sciortino, Angelo Vaccarello, guidati dal professor Vincenzo Caci, si sono interrogati sulla “vanità” dei ricordi di un uomo che torna nel proprio paese dopo tantissimi anni.
“Il paese”- scriveva Pirandello – “pur non essendo in nulla mutato, non era affatto quale era rimasto in me, nei miei ricordi”.

–Professore, come avete organizzato il lavoro?
Abbiamo costituito un piccolo laboratorio” – spiega il professor Caci – “all’interno di una classe articolata, dove ognuno ha dato il proprio contributo e ha lavorato sulla pagina iniziale della novella “I nostri ricordi”. Abbiamo costruito il testo inserendo altre informazioni trovate nelle pagine seguenti ed includendo una battuta in dialetto.
-Il protagonista recita sul palco:”… i ricordi che cercano di rifarsi vita e non si ritrovano più
nei luoghi”. Perché è stata scelta proprio questa novella?
“Per la bellezza delle pagine iniziali incentrati sullo smarrimento di un uomo davanti all’idea del paese che aveva conservato nella propria memoria e che svanisce di fronte alla realtà dei luoghi a distanza di tempo. I luoghi che amiamo continuano a vivere dentro di noi, anche quando siamo lontani, nei nostri ricordi.
Giuseppe Tornatore in “Nuovo Cinema Paradiso” afferma attraverso il personaggio di Alfredo che fino a quando uno vive nel luogo in cui è nato sembra che tutto resti immutabile … poi parte …. ritorna dopo tanti anni … trova tutto cambiato.
–Come i ragazzi vivono la possibilità di vedersi costretti ad andar via dalla propria terra, per studio o per lavoro?
In modo molto pragmatico, se le circostanze lo richiedono. Ma vogliono essere loro a prendere
questa decisione in prima persona.

–Quali sono i loro maggiori timori per il futuro?
Non riuscire a realizzare i loro obiettivi … i loro sogni … non riuscire a trovare un impiego.
–Quale altro valore aggiunto ritiene che si possa attribuire al lavoro dei ragazzi?
Per la sfida che hanno accettato con se stessi, per il gusto di mettersi alla prova, affrontare il confronto, a pochi giorni della rappresentazione, fanno capire che ci tengono molto alla riuscita della messa in scena, di partecipare a questo avvenimento. Ma, soprattutto, come ha detto uno dei partecipanti “per vincere la nostra timidezza”.

–Il progetto teatrale si è posto un obiettivo altissimo: favorire l’inclusione. In che senso?
Abbiamo voluto dare ad ognuno la possibilità di partecipare “nella maniera più attiva, autonoma ed utile
possibile”: che si tratti di una persona diversamente abile o di un ragazzo che non ha mai partecipato ad un’attività teatrale o non è mai entrato al teatro “Pirandello” di Agrigento, pur vivendo a pochi chilometri da esso. E, alla fine, regalare a tutti un’emozione.