Adua Moscato, Maura Oddo, Miriana Calvagna e Elisa Acquisto della V A Servizi Socio-Sanitari dell’I.I.S.S. Fermi di Aragona concorrono con “Un’altra me”.
Hanno lavorato seguiti dalla professoressa Giuseppina Alaimo in collaborazione con il professor Vincenzo Caci.

Il testo teatrale è stato sviluppato partendo dalla novella “L’altro figlio”.
–Professoressa, le studentesse hanno scelto di incentrarsi sulla violenza subita, con tutte le sue conseguenze. In che modo hanno sviluppato questa idea?
Pirandello – spiega la professoressa Alaimo – rappresenta da sempre una fonte d’ispirazione per gli studenti, offrendo loro un quadro chiaro e sorprendentemente attuale della società moderna. Non a caso le alunne, scegliendo la novella L’altro figlio, hanno voluto dare voce al silenzio e alla paura che fanno da cornice al dramma della violenza che, oggi più che mai, viene ad essere al centro di innumerevoli ed eclatanti fatti di cronaca.
–Quali sentimenti ha suscitato in loro la lettura della novella?

Lo sgomento è ciò che ho letto nei loro occhi leggendo la novella. Le alunne sono rimaste particolarmente colpite dall’inaudita violenza di cui il genere umano è capace. È stato, davvero, un importante momento di riflessione che ha visto contrapporsi il profondo dramma di un figlio, frutto dello stupro da un lato, al meraviglioso dono della maternità e della vita dall’altro.
–Vorranno mettere in scena questo lavoro?
Certamente sì! Portare in scena ‘Un’altra me‘ ha significato per le alunne non solo mettersi in gioco, contribuendo a fare del teatro lo specchio della realtà, ma ha anche consentito loro di lanciare un messaggio molto forte attraverso i personaggi della storia, con i quali sono entrati immediatamente in empatia e ne hanno compreso le fragilità. Sensazione che Pirandello con le sue opere teatrali ha sempre fatto provare a lettori e spettatori.