Profetico, analitico, poetico. Il lavoro dei ragazzi dell’Istituto Galluppi-Collodi-Bevacqua di Reggio Calabria rappresenta una realtà scandagliata in modo trasparente come l’acqua e offre più spunti di riflessione sulla nostra attualità.

La novella di Luigi Pirandello, che ispira “Acqua e lì” fotografava a Gennaio 2020 un’Italia ingessata, incapace di dare risposte alle sfide del futuro.
Invece raccontava, senza saperlo, un’altra realtà che di lì a poco avremmo dovuto affrontare in tutta la sua drammaticità e che ha totalmente ribaltato il rapporto tra i cittadini e gli scienziati.
Prima, un esercito pronto a mettere in dubbio la Ricerca, in primo luogo i vaccini; dopo, con lo scoppiare dell’emergenza Covid -19, tutti ad attendere con ansia la soluzione da quegli stessi scienziati, che sia una cura o un vaccino.
–Una scelta che è caduta proprio su questa novella, ma che si è rivelata come un’inquietante coincidenza.
<<Purtroppo sì – ricorda la professoressa Alessandra Calabrò -. A Dicembre quando abbiamo iniziato ad elaborare il corto teatrale nessuno di noi avrebbe potuto immaginare che di lì a poco sarebbe scoppiata una pandemia.
E che assieme ai personaggi da noi ideati, costretti a vivere in quarantena presso un laboratorio analisi, ci saremmo trovati anche noi in una situazione simile.
Con la mia collega docente di Lettere, la professoressa Aurora Malara, anche lei referente del progetto, dopo la chiusura della scuola, a causa del Covid -19, durante le nostre video-lezioni, abbiamo ironizzato tante volte assieme ai nostri alunni. Continuavano a dirci scherzosamente “di possedere il potere di prevedere il futuro”.
Così un giorno abbiamo deciso di modificare il rito scaramantico creato nel nostro corto teatrale trasformandolo in “Acqua e lì, acqua là, il coronavirus sparirà”>> .

In Pirandello viene rappresentata la gente di Milocca, ottusa e ignorante, pronta a dar fiducia a un ciarlatano guaritore, a screditare il medico condotto e a mandare in bancarotta il farmacista.
Il Governo della città è affidato a chi ritiene che il futuro sia in divenire, quindi inutile cogliere le opportunità del presente, dai sistemi di illuminazione pubblica al rifacimento delle strade.
Tutto resta com’è. Il medico ricercatore, apprezzato all’estero e odiato in paese, non cura più neanche i suoi figli.
Il futuro, rappresentato dalla Ricerca, non riesce a comunicare con la gente.
L’ignoranza domina incontrastata.
Quanta attualità in questo Pirandello!
La classe della scuola Bevacqua di Reggio Calabria, il cui dirigente scolastico è il dottor Giuseppe Romeo, si è messa al lavoro, coordinata dai docenti, e ha riproposto il tema della diffidenza nei confronti della scienza, la disinformazione che passa attraverso nuovi media incontrollati.
Una valanga di contenuti resi accessibili che non sono filtrati né filtrabili, perché non sono altrettanto diffusi gli strumenti culturali per discernere ciò che è attendibile.
Scarsissima la fiducia verso il giornalismo, così come verso la scienza.
La gente crede di essere vittima del malocchio. Finché l’epidemia ha una diagnosi grazie a delle banalissine analisi del sangue.
–Quanta attualità in questi temi! È impressionate! Com’è cambiata in questi mesi dall’inizio della pandemia la percezione dei ragazzi rispetto agli argomenti affrontati nel corso del laboratorio di teatro?

<<I ragazzi non vedevano l’ora di partecipare alle manifestazioni celebrative ad Agrigento. Invece hanno dovuto rinunciare ai loro progetti, facendo i conti con il Coronavirus, che per la prima volta li ha costretti ad abbandonare tutto quello che per loro prima era pura e semplice quotidianità. Per questo il loro primo pensiero è stato quello di non dare più nulla per scontato>>.
Il difficile rapporto tra scienza e popolo rimane centrale.
In Pirandello c’è il dramma umano del ricercatore sconfitto perché incapace di comunicare.
Nel lavoro dei ragazzi, invece, il trionfo della scienza sull’ignoranza.
Un finale forse ottimista, ma che si apre alla speranza che un giorno la cultura e la scienza siano accessibili e non appannaggio di una minoranza.
– Pensa che la pandemia abbia già ribaltato del tutto questo rapporto con la scienza o invece ritiene che i social media in particolare siano in grado ancora oggi di diffondere con facilità fake news tra chi non ha strumenti per discernere?
<<La loro percezione per tutto quello che sta succedendo è inevitabilmente rivolta ad un futuro incerto, ma con la speranza che tutto possa tornare come prima.

Di sicuro hanno capito che la Scienza è l’unica arma che abbiamo per trovare un vaccino e per ritornare alla normalità.
Per quanto riguarda i social media, credo che non tutti abbiano ancora la capacità di discernere il vero dal falso e purtroppo chi possiede personalità fragili tende a seguire pedissequamente realtà virtuali sbagliate, che spesso tendono a creare false illusioni.
In questo momento così difficile per tutta l’umanità l’unica certezza è la concretezza e l’oggettività nella Ricerca, nella Scienza e nella Medicina>>.