
Per la terza volta in Commissione per il Concorso “Uno, nessuno e centomila”, Stefania Ierna rappresenta l’Ufficio Provinciale Scolastico di Agrigento, di cui è referente in vari settori.
Impegno e passione per il mondo della scuola la contraddistinguono. Grande anche la passione per il teatro, per l’arte, per la cultura in genere, che l’hanno portata a offrire il suo prezioso contributo all’attività del Concorso Uno, nessuno e centomila, sin dall’esordio.
Quali sono le impressioni che derivano dalla lettura dei lavori che giungono dalle scuole?
Si percepisce il grande impegno e l’altrettanto grande capacità di analisi e immedesimazione degli studenti, che con un entusiasmo vivido e contagioso, sanno mettersi in gioco nella rilettura dell’opera pirandelliana.
Gli alunni, con la preziosa guida dei docenti referenti, riescono ad approfondire le ragioni dell’autore, a coglierne le sfaccettature, a misurarsi con le pagine già scritte e a trasformarle in parole e visioni nuove con estro e creatività.
Traspare chiaramente, dal buon livello di lavori presentati, che il concorso ha centrato gli obiettivi formativi per cui è stato pensato: stimolare lo sviluppo delle capacità critiche, espressive e di socializzazione degli alunni attraverso un teatro educativo dal notevole potenziale culturale e formativo.
Tanti sono anche i lavori realizzati dagli studenti delle scuole italiane all’estero. Pirandello riesce a parlare a ragazzi di ogni cultura nel mondo. Qual è la sua forza e perché i giovanissimi ne avvertono l’attualità dei temi affrontati?
Ancora oggi il pensiero pirandelliano, il suo umorismo, con il famoso “sentimento del contrario”, parla con una efficace aderenza di tutte le contraddizioni del nostro tempo.
Seppur le situazioni dei suoi personaggi siano diverse per tanti aspetti dalle nostre, le questioni che solleva sono profondamente pertinenti al nostro vivere. Pirandello ricerca le cause vere di ogni comportamento, vuole rivelare gli elementi paradossali della vita e per farlo si serve della lingua aspra della sua terra, il dialetto agrigentino, strumento deputato a celebrare compiutamente quel senso di verità e autenticità che costantemente cercava.
Pirandello autore riesce a cogliere con umorismo, ieri come oggi, le dissacranti contraddizioni della società contemporanea spesso mascherate dietro false apparenze, convenzioni e schemi di vita che rivelano tutta la loro precarietà.
La sua indagine abbraccia e ammalia ogni individuo in ogni stagione e latitudine geografica.

Quale può essere la funzione del laboratorio teatrale nella formazione dei giovani?
Il valore del laboratorio teatrale nei contesti scolastici è indubbio perché configurandosi come un’attività ludico-espressiva interdisciplinare e interpersonale ha una forte valenza educativa.
Può fungere da strumento di socializzazione per contrastare eventuali disagi e promuovere l’integrazione e le affinità tra gli studenti, che imparano nuovi modi per relazionarsi con se stessi e con gli altri scoprendo il valore del lavoro di gruppo.
Consente di acquisire nuovi linguaggi e abilità espressive di tipo gestuale e verbale e stimola la costruzione di una propria coscienza critica a partire dall’analisi dell’opera di un drammaturgo.
Non ultimo il “mettersi in gioco” e il “mettersi all’opera” propri di un laboratorio teatrale concorrono a rinforzare le gratificazioni legate all’esperienza scolastica.
In che modo l’Ufficio Scolastico Provinciale incentiva queste attività?
Dando il patrocinio; divulgando le varie iniziative alle scuole della Provincia; partecipando, con un delegato, a tavoli tecnici per la progettazione, programmazione e realizzazione di iniziative varie .