Essenziale e profondo come un componimento poetico, il riadattamento de “La maestrina di Boccarmè”, annulla i temi del conflitto e della reputazione, elementi fondamentali nella novella, per centrare tutto sulla figura mite della maestrina.

Il turbamento di un incontro inatteso non sconvolge più di tanto la sua esistenza, che riprende il suo corso con la dignità di sempre.
Ida Ruggiero e Helena Castellano Vàsquez del II anno del Liceo scientifico dell’Istituto Italiano Statale Comprensivo Edoardo Amaldi di Barcellona, diretto dal prof. Carlo Prandini, realizzano una piccola impresa: dare dignità a ogni persona che a Lampedusa, come in ogni altra parte del mondo, rivendica il proprio diritto di lasciarsi indietro il passato per una vita nuova, piena di speranza.
Referente del progetto è il professor Angelo Nicotra, che lo scorso anno ha accompagnato i vincitori assoluti della III edizione del Concorso Uno, nessuno e Centomila, con l’Eresia catara.

– Prof. Nicotra, a che cosa si deve la scelta di una novella così insolita? Perché la scelta di calare la storia nell’isola di Lampedusa ?
<<Ho chiesto a settembre 2019, in vista della pubblicazione del Bando di Concorso, a tutti gli alunni delle mie classi d’Italiano (2A, 3A, 4B) di leggere autonomamente tre novelle di Pirandello a loro scelta, previa la lettura in classe della novella “L’eresia catara” ; dopo una settimana abbiamo commentato in brainstorming tutte le novelle di tutti gli studenti, in chiave di possibile riadattamento sul tema “Mediterraneo, integrazione e tolleranza”.
Ida ha scoperto, tra le 3 novelle, “La maestrina di Boccarmé“; in 4^B un’altra studentessa aveva un’altra ottima proposta. A gennaio solo Ida, coadiuvata dalle idee e dagli anni di corsi di recitazione di Helena, ha resistito ed osato cimentarsi.>>
– Le ragazze hanno lavorato al testo scomponendo la psicologia della protagonista, che appare più forte, determinata, coraggiosa. Condivide questa lettura?
<<Le studentesse hanno scomposto il testo tre volte. Prima delle vacanze natalizie conteneva uno sdoppiamento temporale e visivo evidente tra una maestrina d’epoca e una maestra di oggi, dividendo la scena e raddoppiando gli attori.
A gennaio il testo era stato ridotto nei tempi e, rispetto all’originale, era assai più incisivo e caustico. Una maestrina con un po’ più di carattere ma pur sempre femminile nel proprio delicato ri-affermarsi per gli altri.>>
– La maestrina è immersa in un contesto nuovo, quello dell’isola di Lampedusa, e in particolare in una scuola in cui la presenza di migranti appare essere una costante. La vita dell’insegnante, divenuta dirigente della scuola, è centrata, come nella novella, in questo suo donarsi ai bambini, per la loro crescita, la loro formazione. Poco importa, se si chiamino Giuseppe o Hadifa. Quale sia il loro nome o la loro origine. Loro sono i suoi bambini. Condivide questa lettura?
<<Ida è salernitana e Helena è catalana. La maestrina, da Gaeta, si trasferisce nell’avamposto di Lampedusa (doppia l’interpretazione: avamposto, dall’Africa; estremo lembo d’Italia e d’Europa. Appunto “Nord” e “Sud” del mondo. La maestrina fugge gli altri, nel rispetto delle altrui opinioni , perché “Campana” e “disonorata”. Un’autopunizione del tutto simile a quella di una Mena per le colpe della sorella Lia ne “I Malavoglia” di Verga.
Nel 2020 la maestrina di Boccarmé non si stupisce delle etnie sia perché Lampedusa è – da molto – la Marrakesh, “Porta del deserto”, del mare, sia perché i bambini non hanno quelle sovrastrutture mentali che noi adulti, per mediocrità, poi cerchiamo di mettere in evidenza, inventandocele se necessario.>>
Ida e Helena hanno avuto il coraggio di proporre una novella tra le meno note e una storia molto complessa e distante dal loro vissuto.
– Anche lei è un insegnante che opera lontano dalla sua terra d’origine, all’estero. Quanto incide nella sua vita la passione per l’insegnamento?
<<Abbastanza. La motivazione l’ho sempre avuta, ma non sempre ho avuto la fortuna di avere interlocutori attenti o stimolanti. O forse, anch’io, col mio carattere poco diplomatico, non avrò saputo “vendere” bene le mie iniziative. All’estero mi trovo bene. La distanza dall’Italia crea un filtro utilmente bifocale perché si vede l’Italia da fuori, la si confronta con la Spagna. Così si è portati a non assolutizzare, come si è portati a fare vivendo sempre e solo in Italia.>>
Una condizione umana appagante e ricca di soddisfazioni e di amore, quella della signorina Boccarmè, che non può essere turbata da chiacchiere velenose o sbiaditi ricordi. In fondo chi non custodisce nel cuore un sentimento o un piccolo segreto che non intende rivelare ad alcuno, un rifugio della mente in cui è possibile trovar riparo?
Giorgio Novi non rappresenta che questo. Ormai è una foto ingiallita dal tempo e nulla di più. Ma quel sentimento è intatto, come intatta la dignità di questa donna fiera della sua scuola, che poco somiglia alla poverina ritratta da Pirandello, costretta all’esilio per sfuggire ai pettegolezzi. I dialoghi sono serrati, le note riportate come un racconto. Giuste le annotazioni per le scene.
Il molo salvifico è un ambiente noto che stringe un nodo invisibile tra Lampedusa e Barcellona, in un Mediterraneo attraversato da analoghe storie e medesimi destini

Le due studentesse del Liceo Amaldi di Barcellona, Helena e Ida, nonostante alcune sviste e piccole ingenuità nella stesura, determinate dalla loro giovane età, hanno avuto il coraggio di proporre una novella tra le meno note e una storia molto complessa e distante dal loro vissuto. Il molo salvifico, per chi ha bisogno di ritrovare se stesso, come per chi cerca il miglior approdo in Europa, è un ambiente noto che stringe un nodo invisibile tra Lampedusa e Barcellona, in un Mediterraneo attraversato da analoghe storie e medesimi destini, pur nella diversità di popoli e culture.
<<La Brexit – sostiene il prof. Nicotra – ci ha insegnato che ci sono popoli e persone: popoli che hanno deciso di abbandonare l’Europa per questioni di interessi, e persone, come gli scozzesi, che si sentono europee; la maestrina di Boccarmé, nonostante la sua timidezza si riscopre tigre per la sopravvivenza dei suoi alunni. Una potenziale spagnola o italiana, “persona”, che resiste a frange emergenti di rivendicazioni di “popoli” in entrambi i due stati europei (Spagna e Italia).>>
– Prof. Nicotra, ha voluto lasciare abbastanza libere le ragazze nel produrre il loro elaborato?
Ho solo riletto con loro il testo, suggerito qualche integrazione e riadattato le minimali note sceniche. Sono state molto brave da sole.
( Nella foto di copertina il porto vecchio di Lampedusa – Agrigento. Tutte le foto sono state realizzate prima della pandemia del Covid-19)