Urla spesso inascoltate e un mare nero che nella notte inghiotte vite umane.
Fughe di speranza tragicamente deluse.
Non è soltanto un corto di ispirazione pirandelliana, ciò che propongono cinque ragazzi dell’Istituto Scolastico Italiano Giovan Battista Hodierna di Tunisi, ma una forte denuncia.
Partecipano al Concorso con un video dal titolo “Per mare è morto un tale“.
Partendo dalla lettura delle novelle di Pirandello “Nell’albergo è morto un tale”, “L’altro figlio”, e brani del romanzo “I vecchi e i giovani”, la classe III della scuola secondaria di primo grado ha riflettuto sul grave problema dei viaggi in mare dei migranti.
Dopo aver scritto il testo, utilizzando alcune frasi dello scrittore siciliano, gli studenti hanno deciso di mettere in scena la loro opera, scegliendo di non mostrare il loro volto, come metafora delle tantissime persone che ogni anno muoiono nel Mediterraneo e che non hanno nemmeno un nome.

Referente del progetto è il professor Davide Monastra.
-Professore, com’è nata l’idea di questo progetto, ispirata al teatro sperimentale, in cui protagonisti senza volto e spesso senza voce, realizzano momenti di altissima intensità drammatica e di forte impatto visivo?
L’idea del progetto è nata ovviamente dalla lettura delle novelle di Luigi Pirandello. Nei primi mesi dell’anno abbiamo lavorato insieme per cercare un’idea per il nostro corto fino a quando non abbiamo trattato in classe il problema dei viaggi in mare dei migranti.
Già a partire da dicembre, infatti, qui in Tunisia si percepiva che ci sarebbe stata un’emergenza migratoria, come poi purtroppo si è verificato in questi primi mesi del 2023 con i drammatici risvolti sulle coste calabresi.
Una volta scelto il tema abbiamo lavorato in classe, ricercando all’interno dei testi pirandelliani tutti i riferimenti ai migranti, al fine di individuare citazioni ed episodi rilevanti per la realizzazione del progetto. Dopodiché ci siamo concentrati su come rendere di maggior impatto visivo ed emotivo ciò che avevamo raccolto. Ovviamente, la risposta ancora una volta l’abbiamo trovata grazie a Pirandello: in tutto il cortometraggio abbiamo cercato di essere allusivi e metaforici attraverso le immagini che si caricano di senso solo attraverso le voci fuori campo che raccontano, utilizzando le citazioni dei testi pirandelliani, il dramma della migrazione.
-Quali sono le sensazioni che hanno provato durante le riprese?
Durante le riprese, i ragazzi hanno provato una forte emozione. Del resto la materia che abbiamo deciso di trattare è molto delicata. Il loro obiettivo era quello di poter dare voce alle tante e troppe vittime di questi viaggi in mare. Soprattutto pensavano ai ragazzi come loro che ogni giorno tentano la traversata sperando in un futuro migliore. Volevano denunciare in maniera potente, efficace e metaforica ciò che da anni si verifica nel mar Mediterraneo, che purtroppo è oggi un luogo di morte.

– In che modo hanno affrontato in classe il tema del corto?
Questo progetto rappresenta un esempio concreto di come la scuola possa promuovere la cittadinanza attiva e la partecipazione dei giovani alla vita sociale. L’iniziativa si inserisce perfettamente nei programmi di Cittadinanza e Costituzione, che cerchiamo di affrontare durante le ore di educazione civica: attraverso le parole di Pirandello gli studenti hanno avuto l’opportunità di sviluppare la loro consapevolezza critica e il senso di responsabilità nei confronti di una problematica sociale di stringente attualità, attraverso un approccio creativo e originale.

I ragazzi, Davide Calafato, Domenico Caracciolo, Angelo Cinieri, Tommaso Rizzi, Youssef Torrebruno, saranno accompagnati ad Agrigento anche dal dirigente scolastico professor Rosario Maria Marco Motta.
– Preside, come si stanno preparando i suoi alunni a questa esperienza? Quali sono le loro aspettative?
Intanto mi preme sottolineare che la realizzazione di questo cortometraggio che denuncia il grave problema dei viaggi in mare dei migranti rappresenta, secondo me, un esempio virtuoso di come la cultura e l’arte possano entrare nelle classi scolastiche e possano diventare strumenti di impegno civile e di sensibilizzazione sociale, spingendo i giovani ad esprimersi e ad agire per la costruzione di una società più giusta e solidale.

Per quanto riguarda i ragazzi, posso solo aggiungere che sono molto felici di partire per Agrigento per partecipare al Concorso. Per tutti loro si tratta, infatti, del primo viaggio di istruzione dopo la pandemia e non vedono l’ora di poter fare questa nuovissima esperienza. Sono sicuramente ansiosi di poter conoscere altre ragazze e ragazzi per poter scambiare idee ed esperienze.
Per tutti loro, sono convinto che sarà una grande opportunità per far sentire la loro voce e per condividere la loro denuncia con un pubblico più vasto e sensibile come quello delle studentesse e degli studenti che da tutto il mondo si ritroveranno ad Agrigento.