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L’irriducibile differenza tra uomo e donna

L’impossibilità di dialogo procura grande sofferenza a una donna che preferisce morire, piuttosto che accettare una vita infelice.

Κάθαρσις (Katharsis) è il titolo del lavoro con cui concorre Elisa Pavese della III B del Liceo Classico Vittorio Alfieri di Asti, diretto dalla dottoressa Maria Stella Perrone.

Elisa Pavese e la prof. Rossana Levati

Il testo, come spiega la referente del progetto, la professoressa Rossana Levati, trae spunto dalla novella di Luigi Pirandello “Lo scialle nero”.

Nella stesura del testo teatrale Elisa sceglie di rappresentare il momento finale del racconto, in cui Eleonora decide di uccidersi sottraendosi al matrimonio forzato con Gerlando e a un approccio del marito.

Nell’attimo precedente il suo suicidio, dialoga con la propria coscienza sulla possibilità di liberarsi da una vita infelice, ed esprime a Gerlando l’irriducibile differenza tra pensiero femminile e pensiero maschile, sottolineando come l’uomo voglia ottenere il possesso fisico del corpo femminile ma resti estraneo alla comprensione del suo animo.

–Elisa, che cosa ti ha colpito di più della novella che hai scelto?

“Dallo sguardo pietrificante e destabilizzante alla più profonda depravazione dell’identità e dignità umana, così Luigi Pirandello compie un percorso quasi metafisico che trova il suo compimento e la sua realizzazione nella tragedia di una donna orfana, incarnante la figura femminile oggettificata e massificata dell’epoca, che rappresenta ancora, almeno in parte, quella attuale e dunque porta alla luce una problematica molto concreta e odierna.

Così ritorna centrale il tema del corpo, in particolare dell’aspetto esteriore in relazione all’altro, già presente in Uno, nessuno e centomila, opera nella quale l’autore presenta la tematica fondamentale della depersonalizzazione dell’uomo a causa dello sguardo pietrificante del prossimo, che tende a spersonalizzare e scomporre tutte le identità dell’individuo portandolo a dubitare di se stesso e della sua natura intrinseca, quasi a ricordare Le vite di Plotino di Porfirio, nelle quali egli scrive “sembrava quasi che Plotino si vergognasse di avere un corpo”, a causa appunto della pietrificazione data dallo sguardo dell’altro.

Questo fenomeno porta dunque ad uno stato di insicurezza ontologica nel quale l’individuo giunge a non riconoscere più la sua identità di essere umano. Se dunque nel capitale romanzo Pirandello pone il tema astratto dello sguardo totalizzante, così arriva alla più completa concretizzazione del fenomeno, che trova suo compimento nell’atto della violenza sessuale e della costrizione sociale del matrimonio”

– Il tema che hai affrontato è, quindi, ancora attuale, purtroppo. Pensi che sia frutto di un retaggio culturale e sociale, difficile da sradicare? Ritieni che si stia facendo il possibile per superare questa differenza che descrivi come “irriducibile” tra uomo e donna? Qual è la tua esperienza al riguardo?

“Il punto nevralgico della novella – sostiene Elisa Pavese – è proprio quello della disparità tra uomo e donna e in particolare degli effetti che si riscontrano nella società odierna. Temi come l’imposizione forzata del matrimonio, la perdita dell’identità della donna e il cedimento al rapporto sessuale obbligato sono certamente frutto di una cultura maschilista e misogina che affonda le sue radici nella storia dell’uomo fin dai tempi più antichi a partire dalla degradazione sociale della donna a causa della sua fisionomia considerata inferiore e più debole rispetto a quella maschile. Attualmente questa problematica persiste anche a causa di istituzioni sociali fondamentali quali la famiglia, nella quale la figura femminile riveste un ruolo ben preciso e consolidato.

Elisa Pavese

Nel corso dei secoli, grazie alle diverse ondate dei movimenti di emancipazione femminista, si sono raggiunti dei risultati importanti, come il riconoscimento dei diritti fondamentali nonostante molti di questi non vengano rispettati a pieno e portati effettivamente a termine.

Nella mia esperienza personale ho risentito molto della disparità tra ragazzi e ragazze all’interno della scuola, anche in questioni di secondaria importanza come il vestiario e il decoro da tenersi all’interno del contesto scolastico. Infatti in questo campo la disparità di genere è molto evidente: alle ragazze viene spesso vietato di vestirsi in maniera considerata “provocante” o inadeguata all’ambiente, mentre i ragazzi hanno sicuramente maggiore libertà in questo.”

– In questi giorni si sente dire che se fosse toccato alle donne un ruolo decisionale, al mondo non ci sarebbero guerre. Pensi che ci sia un fondo di verità, e, se sì, perché? Accettare le differenze può essere un valore. Le donne, anche in ruoli di potere, riescono a farsi rispettare? Penso al caso della presidente del Parlamento europeo Ursula von der Leyen, rimasta senza sedia durante l’incontro con il presidente della Turchia, Erdogan, o altri casi come quello della ex cancelliera dello Stato tedesco, Angela Merkel, ricevuta dal presidente russo Vladimir Putin in presenza del suo cane, malgrado ne conoscesse la fobia dei cani…

“Nella storia – afferma Elisa – ci sono stati pochi casi di governi totalmente al femminile, in quanto la donna ha sempre rivestito un ruolo secondario anche nella vita politica. Nonostante questo, affermare che le donne non potrebbero attuare guerre se fossero al potere sarebbe discriminatorio tanto quanto affermare il contrario. Infatti ci sono stati diversi esempi di donne al governo che hanno messo in atto guerre, sia in maniera esplicita ed evidente che in maniera implicita come Maria La sanguinaria o più recentemente politiche come Margaret Thatcher. Attualmente sulla scena internazionale vi sono diverse donne al potere, come appunto Angela Merkel o Ursula Von der Leyen. Esse rappresentano alla perfezione il nuovo ideale di politica indipendente, in grado di ritagliarsi un posto di rilievo nella scena politica internazionale e assumere un ruolo di spicco nelle questioni di politica internazionale.

Come in tutti gli ambiti e in tutte le professioni – prosegue la studentessa– la donna viene sempre presa in considerazione in primo luogo per il suo aspetto fisico e solo in seguito per le sue capacità diplomatiche e politiche. Una donna infatti prima viene definita in base alla sua bellezza e nel caso in cui questa non dovesse rispettare i canoni della società potrebbe anche venire presa in considerazione per le sue abilità in ambito politico. Ad esempio in Italia due delle donne politiche più famose sono Maria Elena Boschi e Giorgia Meloni. La prima, considerata socialmente di bell’aspetto, viene nominata dai media esclusivamente per questo motivo mentre Giorgia Meloni, viene vista in modo totalmente diverso. Questo riporta sempre alla stessa problematica di fondo, per la quale l’importanza e la rilevanza sociale di una donna dipenda innanzitutto dal suo aspetto fisico e dalla maniera in cui ella viene percepita e giudicata dagli occhi inquisitori della società. Dunque per rispondere alla domanda, la capacità di una donna nel farsi rispettare dipende non tanto da lei, quanto dal ruolo che ricopre e in particolare dal proprio aspetto fisico”.

–Professoressa Levati, come ha saputo del nostro concorso internazionale e come è nata l’idea di partecipare?

“Ho saputo del concorso semplicemente cercando su Internet notizie su concorsi letterari da diffondere ai miei alunni – chiarisce la docente -. Aveva partecipato al Concorso una nostra studentessa, Irene Conte, che ha anche vinto un premio”.

–Ricordiamo tutti Irene, che è riuscita a destare grandi emozioni al Teatro Pirandello con la lettura del suo testo teatrale. Avete ancora un laboratorio di scrittura o di teatro?

“Nel nostro Istituto erano attivi, prima della pandemia, tre gruppi teatrali: uno più istituzionalizzato e gestito da docenti col supporto di esperti esterni, uno sempre col supporto di esperti esterni che consisteva in una rappresentazione in lingua inglese, e un altro autogestito liberamente dagli alunni. Purtroppo la pandemia ha azzerato queste attività e nel presente anno scolastico rimane attivo solo il gruppi autogestito dagli alunni, che dovrebbe produrre una rappresentazione su copione autoprodotto e ispirato a un film. Speriamo di riprendere il prossimo anno almeno il teatro organizzato dai docenti con una parte di studenti, ma in lingua italiana”.

– Quali sono le attività e i progetti culturali più rilevanti che porta avanti la vostra scuola?
“L’Istituto d’Istruzione Superiore “Vittorio Alfieri”, è formata in realtà da tre Istituti: Liceo Classico (è la sezione che ha partecipato al concorso), Liceo Artistico e Istituto Professionale.
Abbiamo organizzato per ciascuna di queste realtà scolastiche dei blog, su cui scrivono docenti e studenti: non esiste un laboratorio di scrittura vero e proprio ma abbiamo organizzato presso il Liceo Classico, a partire da quest’anno, un Corso di Giornalismo, per stimolare alcuni studenti alla stesura almeno di articoli.
Presso il Liceo Artistico c’è una sezione di Grafica e una Multimediale, con piccolo laboratorio di video e di riprese, oltre alle tradizionali sezioni di Design e Architettura.
Gli studenti del Liceo Artistico sono coinvolti in numerosi progetti in collaborazione con vari enti del territorio.
La sezione Liceo Classico cerca comunque di offrire alcuni corsi propedeutici all’orientamento universitario in tutti i settori in cui i ragazzi necessitano di formazione, quindi esistono, oltre al Corso di Giornalismo, anche un corso di Archeologia e Arte, uno di Chimica e uno di Fisica, uno di Potenziamento Linguistico e uno di Economia e Diritto (tutti i corsi si svolgono per un’ora settimanale). Il nostro Liceo inoltre ha sviluppato in modo significativo anche il settore scientifico, aderendo al Progetto Nazionale del Liceo Biomedico (un percorso che prevede 50 ore pomeridiane annuali, per 3 annualità, di approfondimento di argomenti scientifici e biologici, in collaborazione con medici ed esperti Asl)
La nostra Dirigente, a partire dall’anno scolastico 2019/2020, è la dottoressa Maria Stella Perrone, che è al corrente della nostra partecipazione al vostro concorso come a numerose altre iniziative cui partecipano i nostri alunni: dalle Olimpiadi di Lingue Classiche alle Olimpiadi di Neuroscienze e di Matematica alle varie Certificazioni Linguistiche e a numerosi concorsi letterari e artistici.
Infine, le confermo che siamo interessati alla partecipazione alle attività laboratoriali e alla cerimonia: potremmo delegare, non potendo io muovermi per ragioni di famiglia, la docente referente delle attività teatrali dell’Istituto”.

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